Il terremoto ha posto alle discipline che si occupano della città e del territorio alcune questioni che nel contesto di una città come L’Aquila non emergevano particolarmente. Ci si riferisce: alla questione del rapporto tra strategie, politiche pubbliche generali e piani nei diversi contesti; al venir meno del modello sociale di sviluppo che sosteneva un welfare ora in crisi; ai nuovi temi della rigenerazione urbana, del consumo di suolo, della densità; più in generale alla utilità del piano, e non solo quello della ricostruzione ma anche quello ordinario (prg). Il nodo centrale intorno al quale tali questioni sono state poste è legato a come ricostruire ed in relazione a quale idea di città, a quale suo futuro ruolo economico, temi che fino ad oggi hanno avuto risposte disciplinari, tecniche e politiche, modeste. In sintesi se è possibile derivare “modelli” dalle esperienze di Ricostruzione, se ciò è utile, o se viceversa sono le condizioni di contesto a definire diversi modelli ed infine come queste condizioni di incertezza incidono sul rinnovamento degli statuti disciplinari e in particolare di quello del governo del territorio e dell’urbanistica. La riflessione che si intende articolare nel paper riguarda dunque alcune tematiche che il processo di ricostruzione, perso in mille rivoli ed in mille norme e decreti, non sembra voler trattare: il modello socioeconomico di riferimento e la sua governance; gli strumenti della ricostruzione, la loro forma e i loro contenuti; le nuove forme urbane post sisma e la ricomposizione delle loro morfologie.

Per una riflessione critica sul processo di ricostruzione

SANTARELLI, ANDREA;DI LUDOVICO, DONATO;PROPERZI, Pierluigi
2015-01-01

Abstract

Il terremoto ha posto alle discipline che si occupano della città e del territorio alcune questioni che nel contesto di una città come L’Aquila non emergevano particolarmente. Ci si riferisce: alla questione del rapporto tra strategie, politiche pubbliche generali e piani nei diversi contesti; al venir meno del modello sociale di sviluppo che sosteneva un welfare ora in crisi; ai nuovi temi della rigenerazione urbana, del consumo di suolo, della densità; più in generale alla utilità del piano, e non solo quello della ricostruzione ma anche quello ordinario (prg). Il nodo centrale intorno al quale tali questioni sono state poste è legato a come ricostruire ed in relazione a quale idea di città, a quale suo futuro ruolo economico, temi che fino ad oggi hanno avuto risposte disciplinari, tecniche e politiche, modeste. In sintesi se è possibile derivare “modelli” dalle esperienze di Ricostruzione, se ciò è utile, o se viceversa sono le condizioni di contesto a definire diversi modelli ed infine come queste condizioni di incertezza incidono sul rinnovamento degli statuti disciplinari e in particolare di quello del governo del territorio e dell’urbanistica. La riflessione che si intende articolare nel paper riguarda dunque alcune tematiche che il processo di ricostruzione, perso in mille rivoli ed in mille norme e decreti, non sembra voler trattare: il modello socioeconomico di riferimento e la sua governance; gli strumenti della ricostruzione, la loro forma e i loro contenuti; le nuove forme urbane post sisma e la ricomposizione delle loro morfologie.
2015
9788894098563
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