In accordo con ipotesi biogeografiche condivise, le penisole mediterranee hanno rappresentato centri di rifugio dei Biota europei nel Pleistocene. Taxa isolati in zone montane sudeuropee possono essersi differenziati durante periodi interglaciali pleistocenici, ma anche in periodi precedenti. In questo studio vogliamo verificare queste ipotesi su un gruppo di specie di Mylabris del sottogenere Micrabris (Meloidae), perlopiù legate ad aree montane o steppiche continentali, spesso con popolazioni isolate, ma alcune anche di quote inferiori. La maggiore diversità di Micrabris in Europa si riscontra nella penisola iberica, con 9 specie (M. beauregardi, M. deferreri, M. dejeani, M .flexuosa, M. maculosopunctata, M. nevadensis, M. platai, M. sobrina, M. varians). Nell’Italia peninsulare vi sono 3 specie (M. flexuosa, M. obsoleta, M. pusilla), con un’elevata diversità intraspecifica evidenziata da indagini su allozimi e mtDNA. Nel nostro studio sono analizzati dati del gene mitocondriale COI in popolazioni di tutte le specie iberiche e italiane con i seguenti obiettivi: 1) determinare il grado di differenziamento genetico tra le specie e testare l’ipotesi di monofilia reciproca tra il popolamento delle due penisole mediante un’analisi filogenetica preliminare; 2) analizzare la storia biogeografica delle specie e delle popolazioni per comprendere se è applicabile a questo gruppo un’ipotesi di speciazione pleistocenica; 3) comparare i livelli di differenziamento mitocondriale nelle specie delle due penisole. Le analisi filogenetiche non supportano l’esistenza di monofilia reciproca tra le due penisole, suggerendo un’antica origine comune pre-pleistocenica dei popolamenti, forse da antenati turano-anatolici. La differenziazione varia molto tra i gruppi: le specie montane (M. flexuosa, M. pusilla, M. nevadensis, M. sobrina) sono ben distinte geneticamente e morfologicamente, mentre le differenze genetiche all’interno di quelle iberiche di bassa quota non sono nette. In particolare M. maculosopunctata e M. beauregardi, sebbene distinte morfologicamente, mostrano parafilia e introgressione in zone est iberiche. Al contrario, nella penisola italiana il differenziamento genetico corrisponde bene a quello morfologico. La distribuzione longitudinale dei sistemi montani italiani può aver favorito la dispersione verso sud delle specie montane e l’interscambio genetico tra popolazioni, ostacolando la formazione di specie, mentre nella penisola iberica la disposizione trasversale predominante delle catene montuose ha favorito un differenziamento tassonomico veloce per isolamento durante i periodi glaciali.
Diversità genetica, filogenesi e biogeografia di Micrabris (Coleoptera, Meloidae) in penisole mediterranee
SALVI, Daniele;
2009-01-01
Abstract
In accordo con ipotesi biogeografiche condivise, le penisole mediterranee hanno rappresentato centri di rifugio dei Biota europei nel Pleistocene. Taxa isolati in zone montane sudeuropee possono essersi differenziati durante periodi interglaciali pleistocenici, ma anche in periodi precedenti. In questo studio vogliamo verificare queste ipotesi su un gruppo di specie di Mylabris del sottogenere Micrabris (Meloidae), perlopiù legate ad aree montane o steppiche continentali, spesso con popolazioni isolate, ma alcune anche di quote inferiori. La maggiore diversità di Micrabris in Europa si riscontra nella penisola iberica, con 9 specie (M. beauregardi, M. deferreri, M. dejeani, M .flexuosa, M. maculosopunctata, M. nevadensis, M. platai, M. sobrina, M. varians). Nell’Italia peninsulare vi sono 3 specie (M. flexuosa, M. obsoleta, M. pusilla), con un’elevata diversità intraspecifica evidenziata da indagini su allozimi e mtDNA. Nel nostro studio sono analizzati dati del gene mitocondriale COI in popolazioni di tutte le specie iberiche e italiane con i seguenti obiettivi: 1) determinare il grado di differenziamento genetico tra le specie e testare l’ipotesi di monofilia reciproca tra il popolamento delle due penisole mediante un’analisi filogenetica preliminare; 2) analizzare la storia biogeografica delle specie e delle popolazioni per comprendere se è applicabile a questo gruppo un’ipotesi di speciazione pleistocenica; 3) comparare i livelli di differenziamento mitocondriale nelle specie delle due penisole. Le analisi filogenetiche non supportano l’esistenza di monofilia reciproca tra le due penisole, suggerendo un’antica origine comune pre-pleistocenica dei popolamenti, forse da antenati turano-anatolici. La differenziazione varia molto tra i gruppi: le specie montane (M. flexuosa, M. pusilla, M. nevadensis, M. sobrina) sono ben distinte geneticamente e morfologicamente, mentre le differenze genetiche all’interno di quelle iberiche di bassa quota non sono nette. In particolare M. maculosopunctata e M. beauregardi, sebbene distinte morfologicamente, mostrano parafilia e introgressione in zone est iberiche. Al contrario, nella penisola italiana il differenziamento genetico corrisponde bene a quello morfologico. La distribuzione longitudinale dei sistemi montani italiani può aver favorito la dispersione verso sud delle specie montane e l’interscambio genetico tra popolazioni, ostacolando la formazione di specie, mentre nella penisola iberica la disposizione trasversale predominante delle catene montuose ha favorito un differenziamento tassonomico veloce per isolamento durante i periodi glaciali.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.