La ricerca di nuove forme di pianificazione ha caratterizzato l’urbanistica italiana soprattutto negli ultimi decenni del secolo scorso. La disciplina ha tentato di rispondere alle radicali trasformazioni della città e del posturbano attraverso il Progetto urbano, la deregulation e la semplificazione, ponendo l’attenzione sugli aspetti fondiari e su quelli finanziari con approcci conservazionisti e neoliberali; l’interesse è stato rivolto anche ai temi ambientali e a quelli dei nuovi diritti di cittadinanza senza però abbandonare la forma del Piano di tradizione. Questo volume è l’esito di una ricerca che tenta di rispondere all’inerzia del Piano urbanistico del Moderno, determinata dalle profonde modifiche del modello della società contemporanea (individualista, dell’incertezza, del semi-pubblico e del semi-privato), dalla eclisse dello Stato e dalla fine del welfare che era alla base del progetto del Moderno. La risposta che viene data riconosce un ruolo primario alla “conoscenza” dei luoghi come patrimonio comune alla base della decisione, e all’esigenza del Progetto quale definizione degli spazi, affrontando temi come i nuovi assetti istituzionali, l’equilibrio tra le etiche del Piano (neocontrattuali, neoutilitariste), le spinte dei mercati e il controllo delle trasformazioni (valutazione/prestazione/partecipazione). In particolare, tenta di riportare al centro della disciplina e delle pratiche la Progettazione urbanistica, nella sua connotazione transcalare, ma anche nella sua specificità. Il Progetto urbanistico diviene una modalità attraverso la quale sperimentare anche nuovi livelli di democrazia (lo sperimentalismo democratico), decifrare le nuove relazioni urbane attraverso i relativi codici interpretativi e riproporre una toolbox dell’urbanista rinnovata nelle sue componenti operative partendo dall’attività di costruzione del Piano e non dalla traduzione spaziale di un modello sociale codificato.

Il Progetto Urbanistico. Prove di innovazione per il futuro della città.

Donato Di Ludovico
2017-01-01

Abstract

La ricerca di nuove forme di pianificazione ha caratterizzato l’urbanistica italiana soprattutto negli ultimi decenni del secolo scorso. La disciplina ha tentato di rispondere alle radicali trasformazioni della città e del posturbano attraverso il Progetto urbano, la deregulation e la semplificazione, ponendo l’attenzione sugli aspetti fondiari e su quelli finanziari con approcci conservazionisti e neoliberali; l’interesse è stato rivolto anche ai temi ambientali e a quelli dei nuovi diritti di cittadinanza senza però abbandonare la forma del Piano di tradizione. Questo volume è l’esito di una ricerca che tenta di rispondere all’inerzia del Piano urbanistico del Moderno, determinata dalle profonde modifiche del modello della società contemporanea (individualista, dell’incertezza, del semi-pubblico e del semi-privato), dalla eclisse dello Stato e dalla fine del welfare che era alla base del progetto del Moderno. La risposta che viene data riconosce un ruolo primario alla “conoscenza” dei luoghi come patrimonio comune alla base della decisione, e all’esigenza del Progetto quale definizione degli spazi, affrontando temi come i nuovi assetti istituzionali, l’equilibrio tra le etiche del Piano (neocontrattuali, neoutilitariste), le spinte dei mercati e il controllo delle trasformazioni (valutazione/prestazione/partecipazione). In particolare, tenta di riportare al centro della disciplina e delle pratiche la Progettazione urbanistica, nella sua connotazione transcalare, ma anche nella sua specificità. Il Progetto urbanistico diviene una modalità attraverso la quale sperimentare anche nuovi livelli di democrazia (lo sperimentalismo democratico), decifrare le nuove relazioni urbane attraverso i relativi codici interpretativi e riproporre una toolbox dell’urbanista rinnovata nelle sue componenti operative partendo dall’attività di costruzione del Piano e non dalla traduzione spaziale di un modello sociale codificato.
2017
978-88-255-0181-0
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