I piani regolatori comunali sono gli strumenti che in Italia determinano e condizionano maggiormente le trasformazioni del territorio, esprimendo al massimo grado il potere decisionale della componente politica. Pur se le normative regionali indirizzate al governo delle trasformazioni dei suoli che si sono succedute dagli anni ’70 in poi hanno sempre attribuito agli enti sovraordinati (regioni e province) funzioni di coordinamento, la cogenza reale degli strumenti di area vasta è sempre stata molto limitata e solo raramente si è registrata una efficace azione strategica di più larga visione sulla pianificazione locale. Di conseguenza le modificazioni territoriali indotte dalle attività insediative derivano dalla somma dei singoli interventi alla scala comunale, molto spesso in grave carenza di colloquio interamministrativo e con una maglia di analisi e diagnosi dei fenomeni di decisione e controllo polverizzata e legata alla dimensione media dei circa 7.900 comuni italiani che non supera i 37 kmq. I fattori esposti, uniti alla sistematica applicazione delle procedure negoziali e derogatorie, ha comportato in Italia una forte ridondanza e disorganicità insediativa che le regioni non sono state in grado di percepire e controllare. Una esigenza odierna è la registrazione in tempo reale dei contenuti programmatici dei PRG e del loro stato di attuazione, che appare oggi come l’unico sistema in grado di restituire ai decisori regionali il quadro di condizione degli asset territoriali determinati dalle azioni comunali. L’obiettivo di questo lavoro è quello di proporre un dispositivo per l’omologazione e l’uniformazione degli strumenti urbanistici vigenti volto a superare le problematiche ontologiche e tecnologiche esistenti e, sulla base dell’analisi delle diverse leggi urbanistiche regionali, fornire protocolli tecnici circa la redazione dei futuri piani. L’area di studio è rappresentata dai 92 comuni della regione Umbria ed i risultati evidenziano il quadro delle trasformazioni urbane mostrando come siano oltre 160 i kmq di nuove superfici urbane previste, la cui attuazione porterebbe l’Umbria a raggiungere un tasso di urbanizzazione vicino a quello medio italiano.
Un approccio critico alla pianificazione urbanistica comunale. Il caso della Regione Umbria
Zullo Francesco
2018-01-01
Abstract
I piani regolatori comunali sono gli strumenti che in Italia determinano e condizionano maggiormente le trasformazioni del territorio, esprimendo al massimo grado il potere decisionale della componente politica. Pur se le normative regionali indirizzate al governo delle trasformazioni dei suoli che si sono succedute dagli anni ’70 in poi hanno sempre attribuito agli enti sovraordinati (regioni e province) funzioni di coordinamento, la cogenza reale degli strumenti di area vasta è sempre stata molto limitata e solo raramente si è registrata una efficace azione strategica di più larga visione sulla pianificazione locale. Di conseguenza le modificazioni territoriali indotte dalle attività insediative derivano dalla somma dei singoli interventi alla scala comunale, molto spesso in grave carenza di colloquio interamministrativo e con una maglia di analisi e diagnosi dei fenomeni di decisione e controllo polverizzata e legata alla dimensione media dei circa 7.900 comuni italiani che non supera i 37 kmq. I fattori esposti, uniti alla sistematica applicazione delle procedure negoziali e derogatorie, ha comportato in Italia una forte ridondanza e disorganicità insediativa che le regioni non sono state in grado di percepire e controllare. Una esigenza odierna è la registrazione in tempo reale dei contenuti programmatici dei PRG e del loro stato di attuazione, che appare oggi come l’unico sistema in grado di restituire ai decisori regionali il quadro di condizione degli asset territoriali determinati dalle azioni comunali. L’obiettivo di questo lavoro è quello di proporre un dispositivo per l’omologazione e l’uniformazione degli strumenti urbanistici vigenti volto a superare le problematiche ontologiche e tecnologiche esistenti e, sulla base dell’analisi delle diverse leggi urbanistiche regionali, fornire protocolli tecnici circa la redazione dei futuri piani. L’area di studio è rappresentata dai 92 comuni della regione Umbria ed i risultati evidenziano il quadro delle trasformazioni urbane mostrando come siano oltre 160 i kmq di nuove superfici urbane previste, la cui attuazione porterebbe l’Umbria a raggiungere un tasso di urbanizzazione vicino a quello medio italiano.Pubblicazioni consigliate
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