INTRODUZIONE La relazione tra eventi cardiovascolari e stile di vita, come il livello di sedentarietà, è ampiamente dimostrata da evidenze scientifiche. La misurazione di comportamenti inappropriati può essere decisiva per classificare categorie ad alto rischio e prevenire complicanze cardiometaboliche. L’obiettivo dello studio è descrivere il profilo comportamentale e stimare il rischio cardiovascolare in soggetti afferenti all’ambulatorio di Nutrizione Clinica di un Ospedale della ASL di Frosinone. METODI I dati sono stati registrati tra Aprile e Settembre 2015 su un campione costituito da 79 soggetti. Sono state raccolte informazioni anamnestiche su patologie concomitanti, abitudini di vita e markers di rischio cardiovascolare come BMI, circonferenza della vita e rapporto vita/fianchi. E’ stato somministrato un questionario sui livelli di attività fisica utilizzando la versione italiana del Global Physical Activity Questionnaire (GPAQ) validato dalla WHO. RISULTATI Il 21.5% e il 57.0% del campione (età media 45.3 anni) risulta rispettivamente in sovrappeso ed obeso. Il livello di attività fisica è basso nel 45.6% dei soggetti con differenze significative di genere. Il sesso maschile presenta un rischio metabolico maggiore delle femmine sia secondo i cut-off della circonferenza vita che del rapporto vita-fianchi (Tab. 1). Anche l’analisi di regressione logistica evidenzia un’associazione positiva (Fig. 1) con OR per il rischio aumentato di complicanze metaboliche rispetto al sitting time valutato sulla base della circonferenza vita e del rapporto vita-fianchi. CONCLUSIONI I dati testimoniano l’importanza della rilevazione dello stato di sedentarietà anche in ambito clinico e l’utilizzo di strumenti semplici come il questionario GPAQ (invece di holter metabolici o cardiofrequenzimetri) che hanno limiti di accuratezza su piccoli campioni, ma che sono uno strumento di educazione per i pazienti e un possibile metodo di sorveglianza epidemiologica.

Livelli di sedentarietà e rischio metabolico: studio trasversale su un campione di pazienti afferenti a un ambulatorio nutrizionale nella ASL di Frosinone.

APPETITI, ALESSANDRO
;
D'Aloisio Francesco;De Felice Maria;Scatigna Maria;Fabiani Leila
2016-01-01

Abstract

INTRODUZIONE La relazione tra eventi cardiovascolari e stile di vita, come il livello di sedentarietà, è ampiamente dimostrata da evidenze scientifiche. La misurazione di comportamenti inappropriati può essere decisiva per classificare categorie ad alto rischio e prevenire complicanze cardiometaboliche. L’obiettivo dello studio è descrivere il profilo comportamentale e stimare il rischio cardiovascolare in soggetti afferenti all’ambulatorio di Nutrizione Clinica di un Ospedale della ASL di Frosinone. METODI I dati sono stati registrati tra Aprile e Settembre 2015 su un campione costituito da 79 soggetti. Sono state raccolte informazioni anamnestiche su patologie concomitanti, abitudini di vita e markers di rischio cardiovascolare come BMI, circonferenza della vita e rapporto vita/fianchi. E’ stato somministrato un questionario sui livelli di attività fisica utilizzando la versione italiana del Global Physical Activity Questionnaire (GPAQ) validato dalla WHO. RISULTATI Il 21.5% e il 57.0% del campione (età media 45.3 anni) risulta rispettivamente in sovrappeso ed obeso. Il livello di attività fisica è basso nel 45.6% dei soggetti con differenze significative di genere. Il sesso maschile presenta un rischio metabolico maggiore delle femmine sia secondo i cut-off della circonferenza vita che del rapporto vita-fianchi (Tab. 1). Anche l’analisi di regressione logistica evidenzia un’associazione positiva (Fig. 1) con OR per il rischio aumentato di complicanze metaboliche rispetto al sitting time valutato sulla base della circonferenza vita e del rapporto vita-fianchi. CONCLUSIONI I dati testimoniano l’importanza della rilevazione dello stato di sedentarietà anche in ambito clinico e l’utilizzo di strumenti semplici come il questionario GPAQ (invece di holter metabolici o cardiofrequenzimetri) che hanno limiti di accuratezza su piccoli campioni, ma che sono uno strumento di educazione per i pazienti e un possibile metodo di sorveglianza epidemiologica.
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