Partendo dall’epigramma III 93, viene affrontata la questione dell’appartenenza al genere epigrammatico di componimenti estesi in modo eccezionale, ben oltre i canonici quattro o otto versi, spesso considerati divaganti e poco definiti dal punto di vista del genere letterario, o apparentati a generi letterari molteplici (epodo, elegia, silvae, satira). III 93, costituito da 27 coliambi, ha per protagonista Vetustilla, una vecchia che dovrebbe pensare al proprio funerale piuttosto che al matrimonio; un ampio e fantasioso catalogo (vv. 1-17) sfocia in un finale ‘a doppia mandata’ (vv. 23-27) che riprende e rovescia i tratti topici degli epigrammi per la fanciulla morta il giorno delle nozze (letto/bara; fiaccola nuziale e funeraria; imeneo/lamento) e garantisce la natura epigrammatica del componimento. Anche in altri epigrammata longa di Marziale (ad es. III 58 e XI 18), a un corpo esteso, spesso di tipo catalogico, fa seguito una conclusione scommatica, non importa quanto comicamente efficace, che ha il ruolo di conferire riconoscibilità al testo, riconducendolo entri i ‘confini’ del genere epigrammatico.
Titolo: | Vetustilla nova nupta. Libertà vigilata e volontà epigrammatica in Marziale III 93, con qualche osservazione sugli epigrammi lunghi |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 1993 |
Rivista: | |
Abstract: | Partendo dall’epigramma III 93, viene affrontata la questione dell’appartenenza al genere epigrammatico di componimenti estesi in modo eccezionale, ben oltre i canonici quattro o otto versi, spesso considerati divaganti e poco definiti dal punto di vista del genere letterario, o apparentati a generi letterari molteplici (epodo, elegia, silvae, satira). III 93, costituito da 27 coliambi, ha per protagonista Vetustilla, una vecchia che dovrebbe pensare al proprio funerale piuttosto che al matrimonio; un ampio e fantasioso catalogo (vv. 1-17) sfocia in un finale ‘a doppia mandata’ (vv. 23-27) che riprende e rovescia i tratti topici degli epigrammi per la fanciulla morta il giorno delle nozze (letto/bara; fiaccola nuziale e funeraria; imeneo/lamento) e garantisce la natura epigrammatica del componimento. Anche in altri epigrammata longa di Marziale (ad es. III 58 e XI 18), a un corpo esteso, spesso di tipo catalogico, fa seguito una conclusione scommatica, non importa quanto comicamente efficace, che ha il ruolo di conferire riconoscibilità al testo, riconducendolo entri i ‘confini’ del genere epigrammatico. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11697/12229 |
Appare nelle tipologie: | 1.1 Articolo in rivista |