Il fenomeno delle aree dismesse, abbandonate o impropriamente rifunzionalizzate, con ripercussioni sociali, urbane ed economiche inevitabili, ha generato un dibattito culturale e una marcata consapevolezza sul problema. In questo ambito si pone la riqualificazione delle aree industriali urbane e periurbane, che diventano temi complementari a quelli del rinnovo urbano, del soddisfacimento di nuovi bisogni e della qualità della vita. La città di L'Aquila, tipico esempio di post-urbano in cui il sisma ha fatto perdere definitivamente il rapporto morfogenetico tra le sue componenti, oggi può essere considerata un osservatorio privilegiato, in cui tutti i fenomeni sono stati acuiti in un breve lasso di tempo non solo dagli eventi catastrofici ma anche dall’inazione, da mutazioni sociali sottovalutate e da repentine trasformazioni urbane non pianificate (Progetto Case, Map e Musp), che hanno incrementato notevolmente l’offerta residenziale, hanno fagocitato alcune aree industriali, e sopratutto non sono state oggetto di specifiche politiche. La ricerca del Diceaa-Univaq, riporta queste tematiche nel campo del cosiddetto “Progetto urbanistico” che tenta di interpretare il ruolo di tali contesti in un’ottica di nuove prestazioni coerenti con i nuovi modelli sociali, superando questioni come la zonizzazione, la rendita o il consumo di suolo attraverso la messa a punto di uno strumento urbanistico che affronta l’aspetto spaziale e morfologico della città confrontandosi con l’intera complessità urbana, ponendo al centro il progetto dello spazio fisico e della sua configurazione morfologica.
Il ruolo delle aree post-industriali per il rinnovo urbano
D. Di Ludovico
;F. D'Ascanio
2017-01-01
Abstract
Il fenomeno delle aree dismesse, abbandonate o impropriamente rifunzionalizzate, con ripercussioni sociali, urbane ed economiche inevitabili, ha generato un dibattito culturale e una marcata consapevolezza sul problema. In questo ambito si pone la riqualificazione delle aree industriali urbane e periurbane, che diventano temi complementari a quelli del rinnovo urbano, del soddisfacimento di nuovi bisogni e della qualità della vita. La città di L'Aquila, tipico esempio di post-urbano in cui il sisma ha fatto perdere definitivamente il rapporto morfogenetico tra le sue componenti, oggi può essere considerata un osservatorio privilegiato, in cui tutti i fenomeni sono stati acuiti in un breve lasso di tempo non solo dagli eventi catastrofici ma anche dall’inazione, da mutazioni sociali sottovalutate e da repentine trasformazioni urbane non pianificate (Progetto Case, Map e Musp), che hanno incrementato notevolmente l’offerta residenziale, hanno fagocitato alcune aree industriali, e sopratutto non sono state oggetto di specifiche politiche. La ricerca del Diceaa-Univaq, riporta queste tematiche nel campo del cosiddetto “Progetto urbanistico” che tenta di interpretare il ruolo di tali contesti in un’ottica di nuove prestazioni coerenti con i nuovi modelli sociali, superando questioni come la zonizzazione, la rendita o il consumo di suolo attraverso la messa a punto di uno strumento urbanistico che affronta l’aspetto spaziale e morfologico della città confrontandosi con l’intera complessità urbana, ponendo al centro il progetto dello spazio fisico e della sua configurazione morfologica.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.