Le vicende complesse e lente della riedificazione della basilica di San Lorenzo fuori le Mura a Roma, conseguente al bombardamento che colpì la città il 19 luglio 1943, evidenziano che la precarietà del momento storico e la carenza dei fondi incisero solo in piccola parte sulle premesse ideologiche del restauro diretto dal soprintendente Terenzio, piuttosto ne facilitarono le applicazioni. Le distruzioni causate dalla bomba favorirono, infatti, l’epurazione della ‘sgradita’ facies ottocentesca e la ricomposizione figurativa del monumento. Una ricomposizione certamente determinata dalla ricerca di un’ideale sincerità strutturale, coerente sia ai principi dettati da Boito nel 1883 sia alla più ampia cultura architettonica degli anni Venti e Trenta del Novecento, ma anche segnata dal bisogno della società civile di non perdere la memoria della sua storia.
Luglio 1943. Quel che resta di San Lorenzo, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, v. 129, 2006 (ma 2007)
CIRANNA, SIMONETTA
2007-01-01
Abstract
Le vicende complesse e lente della riedificazione della basilica di San Lorenzo fuori le Mura a Roma, conseguente al bombardamento che colpì la città il 19 luglio 1943, evidenziano che la precarietà del momento storico e la carenza dei fondi incisero solo in piccola parte sulle premesse ideologiche del restauro diretto dal soprintendente Terenzio, piuttosto ne facilitarono le applicazioni. Le distruzioni causate dalla bomba favorirono, infatti, l’epurazione della ‘sgradita’ facies ottocentesca e la ricomposizione figurativa del monumento. Una ricomposizione certamente determinata dalla ricerca di un’ideale sincerità strutturale, coerente sia ai principi dettati da Boito nel 1883 sia alla più ampia cultura architettonica degli anni Venti e Trenta del Novecento, ma anche segnata dal bisogno della società civile di non perdere la memoria della sua storia.Pubblicazioni consigliate
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