Il tema della riduzione e prevenzione del rischio sismico è al centro di una ricerca che nasce da un accordo del Dipartimento ICEAA dell’Università degli Studi dell’Aquila con il Dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche Ambientali della Regione Abruzzo. In particolare, l’accordo riguarda gli studi sulla Condizione Limite per l’Emergenza comunale e intercomunale (CLE), sulla Microzonazione Sismica (MZS) Livelli 1 e 3 e sulla riduzione della Vulnerabilità sismica degli edifici strategici. In questo ambito le due istituzioni hanno avviato un percorso di sperimentazione che utilizza come caso studio la città di Sulmona (AQ), una delle dieci città entrata nel recente Piano “Casa Italia” (un piano a lungo termine per la messa in sicurezza del territorio nazionale) avviato nel 2016 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. In questo articolo si presentano sinteticamente i primi risultati della ricerca che metodologicamente è stata affrontata secondo due linee fortemente integrate che hanno come caposaldo la “prevenzione”: la riduzione del rischio (in generale) e quindi l’incremento dei fattori e della capacità di resilienza del contesto urbano, la pianificazione/programmazione pre-disastro e quindi la proposta di un nuovo modello di gestione delle operazioni di protezione civile con attenzione agli elementi urbanistici della tematica. La prima linea di ricerca, che riguarda la riduzione del rischio e il mantenimento della funzionalità urbana, è stata affrontata in tre fasi e direttamente applicata al caso studio utilizzando strumenti GIS. La prima fase ha riguardato il collazionamento dei dati relativi alla esposizione (popolazione e utenti), alle pericolosità (di varie origini) e alle vulnerabilità. La seconda fase ha riguardato la formazione di banche dati, di tipo geografiche e allineate agli standard dettati dalla Protezione civile, la cui combinazione ha consentito di determinare gli scenari di rischio. La terza ed ultima fase, quella più complessa, basata anche sulla definizione e determinazione di specifici indicatori, ha consentito di valutare il vigente Piano di Emergenza Comunale (PEC), e in linea con il modello per le operazioni di Protezione Civile proposto, di determinare la funzionalità delle aree di attesa e della viabilità di connessione (ma anche di quella locale), di esplicitare il rischio in fattori urbanistici, e infine di proporre un modello di intervento “preventivo”. La seconda linea di ricerca, connessa alla prima e in fieri, ha riguardato la definizione di un nuovo modello per le operazioni di Protezione Civile basato sul concetto di pre-disaster planning e di mitigation planning, rivolto alla salvaguardia e alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio ed urbanistico per il suo mantenimento in servizio, a politiche statali e regionali di prevenzione e infine a campagne permanenti di sensibilizzazione e formazione dei cittadini, dei progettisti e degli amministratori. Il modello tocca anche la tematica dell’organizzazione territoriale dell’emergenza, introducendo il livello macroregionale. Ulteriori passi della ricerca riguarderanno l’approfondimento dei temi dell’integrazione tra pianificazioni, che viene accennato nell’ultimo paragrafo di questo articolo facendo riferimento al tema più generale del governo del territorio, della conoscenza e della formazione/educazione, della vulnerabilità puntuale degli edifici, urbana/territoriale e sociale, della rilettura del sistema delle aree di protezione civile e dell’efficienza delle infrastrutture, e infine il ruolo delle tecnologie (sistemi di early warning) e delle reti digitali/ICT.

La funzionalità urbana e i modelli di pianificazione di protezione civile. Verso l’integrazione nel governo del territorio?

Donato Di Ludovico
;
2019-01-01

Abstract

Il tema della riduzione e prevenzione del rischio sismico è al centro di una ricerca che nasce da un accordo del Dipartimento ICEAA dell’Università degli Studi dell’Aquila con il Dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche Ambientali della Regione Abruzzo. In particolare, l’accordo riguarda gli studi sulla Condizione Limite per l’Emergenza comunale e intercomunale (CLE), sulla Microzonazione Sismica (MZS) Livelli 1 e 3 e sulla riduzione della Vulnerabilità sismica degli edifici strategici. In questo ambito le due istituzioni hanno avviato un percorso di sperimentazione che utilizza come caso studio la città di Sulmona (AQ), una delle dieci città entrata nel recente Piano “Casa Italia” (un piano a lungo termine per la messa in sicurezza del territorio nazionale) avviato nel 2016 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. In questo articolo si presentano sinteticamente i primi risultati della ricerca che metodologicamente è stata affrontata secondo due linee fortemente integrate che hanno come caposaldo la “prevenzione”: la riduzione del rischio (in generale) e quindi l’incremento dei fattori e della capacità di resilienza del contesto urbano, la pianificazione/programmazione pre-disastro e quindi la proposta di un nuovo modello di gestione delle operazioni di protezione civile con attenzione agli elementi urbanistici della tematica. La prima linea di ricerca, che riguarda la riduzione del rischio e il mantenimento della funzionalità urbana, è stata affrontata in tre fasi e direttamente applicata al caso studio utilizzando strumenti GIS. La prima fase ha riguardato il collazionamento dei dati relativi alla esposizione (popolazione e utenti), alle pericolosità (di varie origini) e alle vulnerabilità. La seconda fase ha riguardato la formazione di banche dati, di tipo geografiche e allineate agli standard dettati dalla Protezione civile, la cui combinazione ha consentito di determinare gli scenari di rischio. La terza ed ultima fase, quella più complessa, basata anche sulla definizione e determinazione di specifici indicatori, ha consentito di valutare il vigente Piano di Emergenza Comunale (PEC), e in linea con il modello per le operazioni di Protezione Civile proposto, di determinare la funzionalità delle aree di attesa e della viabilità di connessione (ma anche di quella locale), di esplicitare il rischio in fattori urbanistici, e infine di proporre un modello di intervento “preventivo”. La seconda linea di ricerca, connessa alla prima e in fieri, ha riguardato la definizione di un nuovo modello per le operazioni di Protezione Civile basato sul concetto di pre-disaster planning e di mitigation planning, rivolto alla salvaguardia e alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio ed urbanistico per il suo mantenimento in servizio, a politiche statali e regionali di prevenzione e infine a campagne permanenti di sensibilizzazione e formazione dei cittadini, dei progettisti e degli amministratori. Il modello tocca anche la tematica dell’organizzazione territoriale dell’emergenza, introducendo il livello macroregionale. Ulteriori passi della ricerca riguarderanno l’approfondimento dei temi dell’integrazione tra pianificazioni, che viene accennato nell’ultimo paragrafo di questo articolo facendo riferimento al tema più generale del governo del territorio, della conoscenza e della formazione/educazione, della vulnerabilità puntuale degli edifici, urbana/territoriale e sociale, della rilettura del sistema delle aree di protezione civile e dell’efficienza delle infrastrutture, e infine il ruolo delle tecnologie (sistemi di early warning) e delle reti digitali/ICT.
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