The first legislative bills on Ethics Committee (EC) activity were adopted across the Italian Regions simultaneously (1998). This widespread implementation meant it was necessary to define new qualitative and quantitative standards (Decree Law, 12th May 2009), creating expectations about the EC’s role in research and clinical practice and its potential to improve the quality of medial assistance. The present paper presents the results of a descriptive survey that maps out the framework, organization and operating methods of ECs in the Abruzzo Region in Italy. Differences between ECs have been outlined, with special concern for differences in organization and way of operating. It was found that interaction between the EC and the experimenter is limited to the authorization phase of the research protocol, with low level involvement in the planning and execution phases. Additionally, the exchange of information between the co-ordinating EC and EC practitioners is not well organized in multicentre experimentation. A certain amount of criticism emerged regarding those areas of activity that would help to place the EC at the centre of the cultural growth process with regards to Bioethics and Clinical Research (e.g. education, on-line news on Bioethics topics).These criticisms are part of the reality of the Abruzzo Region that lacks economic and structural resources which penalizes EC activity.

La prima regolazione normativa (1998) dei Comitati Etici (CE) è coincisa con la loro proliferazione in tutte le Regioni. La presenza di questa rete diffusa ha reso necessario fissare nuovi standard qualitativi e quantitativi ( D. M. 12 maggio 2006) creando aspettative circa il loro ruolo nell’ambito della ricerca e della pratica clinica e nelle loro potenzialità in funzione del miglioramento della qualità dell’assistenza. Questo lavoro presenta i risultati di una indagine conoscitiva che descrivono struttura, organizzazione e modalità operative dei CE istituiti in Abruzzo. Vengono evidenziate differenze tra i CE abruzzesi, in particolare nell’organizzazione e nelle modalità operative. I rapporti con lo sperimentatore sono limitati alla fase autorizzativa con scarso coinvolgimento dei CE nella fase progettuale ed esecutiva del protocollo di ricerca; nelle sperimentazioni multicentriche lo scambio di informazioni tra CE coordinatore e CE collaboratori non è adeguatamente organizzato. E’ emersa una certa criticità in quelle aree di attività che contribuirebbero a porre i CE al centro del processo di crescita culturale in campo bioetico e nella ricerca clinica (attività di formazione, diffusione tematiche di bioetica).Queste aree critiche sono inserite in un contesto di scarsità di risorse economiche e strutturali che penalizzano l’attività dei CE abruzzesi

I comitati etici abruzzesi: criticità rilevate e prospettive di sviluppo [Research Ethics Committees in Abruzzo: criticisms and prospects for developments]

LEUTER, CINZIA;ALTOBELLI, EMMA;
2010-01-01

Abstract

La prima regolazione normativa (1998) dei Comitati Etici (CE) è coincisa con la loro proliferazione in tutte le Regioni. La presenza di questa rete diffusa ha reso necessario fissare nuovi standard qualitativi e quantitativi ( D. M. 12 maggio 2006) creando aspettative circa il loro ruolo nell’ambito della ricerca e della pratica clinica e nelle loro potenzialità in funzione del miglioramento della qualità dell’assistenza. Questo lavoro presenta i risultati di una indagine conoscitiva che descrivono struttura, organizzazione e modalità operative dei CE istituiti in Abruzzo. Vengono evidenziate differenze tra i CE abruzzesi, in particolare nell’organizzazione e nelle modalità operative. I rapporti con lo sperimentatore sono limitati alla fase autorizzativa con scarso coinvolgimento dei CE nella fase progettuale ed esecutiva del protocollo di ricerca; nelle sperimentazioni multicentriche lo scambio di informazioni tra CE coordinatore e CE collaboratori non è adeguatamente organizzato. E’ emersa una certa criticità in quelle aree di attività che contribuirebbero a porre i CE al centro del processo di crescita culturale in campo bioetico e nella ricerca clinica (attività di formazione, diffusione tematiche di bioetica).Queste aree critiche sono inserite in un contesto di scarsità di risorse economiche e strutturali che penalizzano l’attività dei CE abruzzesi
2010
The first legislative bills on Ethics Committee (EC) activity were adopted across the Italian Regions simultaneously (1998). This widespread implementation meant it was necessary to define new qualitative and quantitative standards (Decree Law, 12th May 2009), creating expectations about the EC’s role in research and clinical practice and its potential to improve the quality of medial assistance. The present paper presents the results of a descriptive survey that maps out the framework, organization and operating methods of ECs in the Abruzzo Region in Italy. Differences between ECs have been outlined, with special concern for differences in organization and way of operating. It was found that interaction between the EC and the experimenter is limited to the authorization phase of the research protocol, with low level involvement in the planning and execution phases. Additionally, the exchange of information between the co-ordinating EC and EC practitioners is not well organized in multicentre experimentation. A certain amount of criticism emerged regarding those areas of activity that would help to place the EC at the centre of the cultural growth process with regards to Bioethics and Clinical Research (e.g. education, on-line news on Bioethics topics).These criticisms are part of the reality of the Abruzzo Region that lacks economic and structural resources which penalizes EC activity.
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