Il modello sociale all’inizio del XX° secolo, in parte legato ad un approccio sociologico strutturalistico e funzionalistico non è più rispondente alle condizioni contemporanee. Pertanto, i suoi prodotti, come l’idea stessa degli standard urbanistici quantitativi, sempre misurabili, e la stessa zonizzazione, entrano in crisi e il loro paradigma necessita di nuovi modelli che non necessariamente sono legati alle forme tradizionali di spazio pubblico, che richiede principi di flessibilità e dinamismo (modifica nel tempo) necessari anche nelle nuove forme di pianificazione. Il ruolo degli spazi pubblici in tale contesto è centrale, e la loro analisi, in relazione ai fattori di forma, funzione, tipo, percezione, tecnologia, architettura, tempo e modelli sociali di riferimento, consente di individuarne le nuove dimensioni, quelle contemporanee, in cui il concetto stesso di forma assume un nuovo significato: il superamento del carattere geometrico-misurabile in favore di quello relazionale/temporale. L’osservazione degli spazi pubblici in contesti urbani e sociali post disastro, fa emergere elementi sostanziali di cui le politiche di piano devono tener conto nella riorganizzazione e nella gestione ulteriore del territorio coinvolto. Durante un periodo post disastro, si rilevano alcuni fenomeni ricorrenti: spostamento demografico; abbandono e progressivo oblio degli spazi pubblici negati; trasformazione delle esigenze e dei modelli sociali locali; emergenza di nuove priorità sociali. Dall’analisi dei casi studio e dalla sintesi dei dati raccolti viene delineata una prospettiva qualitativa che integra il valore degli standard proprio nei contesti urbani, a partire dal ruolo strutturale ricoperto dagli spazi pubblici nell’armatura urbana.

Gli spazi pubblici nel post-disastro: questioni di standard

Crosta Q
;
Di Ludovico D
2019-01-01

Abstract

Il modello sociale all’inizio del XX° secolo, in parte legato ad un approccio sociologico strutturalistico e funzionalistico non è più rispondente alle condizioni contemporanee. Pertanto, i suoi prodotti, come l’idea stessa degli standard urbanistici quantitativi, sempre misurabili, e la stessa zonizzazione, entrano in crisi e il loro paradigma necessita di nuovi modelli che non necessariamente sono legati alle forme tradizionali di spazio pubblico, che richiede principi di flessibilità e dinamismo (modifica nel tempo) necessari anche nelle nuove forme di pianificazione. Il ruolo degli spazi pubblici in tale contesto è centrale, e la loro analisi, in relazione ai fattori di forma, funzione, tipo, percezione, tecnologia, architettura, tempo e modelli sociali di riferimento, consente di individuarne le nuove dimensioni, quelle contemporanee, in cui il concetto stesso di forma assume un nuovo significato: il superamento del carattere geometrico-misurabile in favore di quello relazionale/temporale. L’osservazione degli spazi pubblici in contesti urbani e sociali post disastro, fa emergere elementi sostanziali di cui le politiche di piano devono tener conto nella riorganizzazione e nella gestione ulteriore del territorio coinvolto. Durante un periodo post disastro, si rilevano alcuni fenomeni ricorrenti: spostamento demografico; abbandono e progressivo oblio degli spazi pubblici negati; trasformazione delle esigenze e dei modelli sociali locali; emergenza di nuove priorità sociali. Dall’analisi dei casi studio e dalla sintesi dei dati raccolti viene delineata una prospettiva qualitativa che integra il valore degli standard proprio nei contesti urbani, a partire dal ruolo strutturale ricoperto dagli spazi pubblici nell’armatura urbana.
2019
9788899237172
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