Through the enterprises of several professionals – architects, engineers and contractors – in architecture and in utilising reinforced concrete to create major infrastructural works, such as bridges and reconstructions after the 1915 earthquake, this paper seeks to demonstrate that design activity in Abruzzo was in step with the nationwide modernisation of both territory and architectural language during the twenty years of Fascism and in the immediate second post-war period. A guided itinerary through some significant works, starting from those of the German-born engineer and contractor Rodolfo Stoelcker, whose undoubted technical ability and the favour he enjoyed in professional and political circles rank him with the famous designers of Italy, such as Cesare Bazzani and Riccardo Morandi, and even local ones, like the no-less-competent engineer Sebastiano Bultrini, concluding at L’Aquila with professionals of the calibre of Ettore Rossi and Sergio Musmeci.

Attraverso le imprese di alcuni interpreti – architetti, ingegneri e costruttori - dell’architettura e dell’applicazione del cemento armato nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali, quali i ponti, e di ricostruzioni successive al sisma del 1915, s’intende evidenziare la presenza in Abruzzo di un’attività progettuale al passo con la modernizzazione del territorio nazionale e del linguaggio formale, negli anni del ventennio fascista e dell’immediato secondo dopoguerra. Un percorso guidato attraverso alcune opere significative, a iniziare da quelle eseguite dall’ingegnere e costruttore di origine tedesca Rodolfo Stoelcker, la cui indubbia capacità tecnica e il favore goduto nell’ambito professionale e politico lo portarono al fianco di progettisti di chiara fama a scala nazionale, come Cesare Bazzani e Riccardo Morandi, e locale, come il non meno autorevole ingegnere Sebastiano Bultrini. Per poi concludere con la presenza a L’Aquila di professionisti del calibro di Ettore Rossi e Sergio Musmeci.

Il cemento armato e sue applicazioni nella prima metà del Novecento in Abruzzo

S. Ciranna
2019-01-01

Abstract

Through the enterprises of several professionals – architects, engineers and contractors – in architecture and in utilising reinforced concrete to create major infrastructural works, such as bridges and reconstructions after the 1915 earthquake, this paper seeks to demonstrate that design activity in Abruzzo was in step with the nationwide modernisation of both territory and architectural language during the twenty years of Fascism and in the immediate second post-war period. A guided itinerary through some significant works, starting from those of the German-born engineer and contractor Rodolfo Stoelcker, whose undoubted technical ability and the favour he enjoyed in professional and political circles rank him with the famous designers of Italy, such as Cesare Bazzani and Riccardo Morandi, and even local ones, like the no-less-competent engineer Sebastiano Bultrini, concluding at L’Aquila with professionals of the calibre of Ettore Rossi and Sergio Musmeci.
2019
9788871409665
Attraverso le imprese di alcuni interpreti – architetti, ingegneri e costruttori - dell’architettura e dell’applicazione del cemento armato nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali, quali i ponti, e di ricostruzioni successive al sisma del 1915, s’intende evidenziare la presenza in Abruzzo di un’attività progettuale al passo con la modernizzazione del territorio nazionale e del linguaggio formale, negli anni del ventennio fascista e dell’immediato secondo dopoguerra. Un percorso guidato attraverso alcune opere significative, a iniziare da quelle eseguite dall’ingegnere e costruttore di origine tedesca Rodolfo Stoelcker, la cui indubbia capacità tecnica e il favore goduto nell’ambito professionale e politico lo portarono al fianco di progettisti di chiara fama a scala nazionale, come Cesare Bazzani e Riccardo Morandi, e locale, come il non meno autorevole ingegnere Sebastiano Bultrini. Per poi concludere con la presenza a L’Aquila di professionisti del calibro di Ettore Rossi e Sergio Musmeci.
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