Sin dalla fine del XIX secolo, il termine spazio ricorre costantemente nella letteratura architettonica, tanto da essere giunto, nel tempo, a ricapitolare quasi integralmente i temi del progetto. Per gli architetti e tutti gli altri progettisti che si occupano della trasformazione dell’ambiente, dunque, lo spazio rappresenta un tema centrale, dotato peraltro di una specificità disciplinare. Tuttavia, a fronte di questo carattere fondante, il discorso teorico sullo spazio in architettura appare oggi inadeguato, minato da una vaghezza che lo rende inapplicabile come strumento per la pratica del progetto, nonché datato, se consideriamo che molte delle (peraltro controverse) formulazioni teoriche cui si fa riferimento nel parlare di spazio architettonico risalgono alla metà del secolo scorso. Al contrario, negli ultimi venti anni nelle scienze umane si è assistito ad uno spatial turn che ha interessato trasversalmente la geografia umana, l’antropologia e la filosofia, con importanti ramificazioni nelle scienze cognitive e affettive. Con varie declinazioni, lo spazio è divenuto centrale nella descrizione della relazione del soggetto con l’ambiente circostante e con gli altri soggetti che lo occupano; relazione costituita dalla corporeità vissuta degli individui, dalle azioni percettive e dalla risposta affettiva, in una dinamica di costante codeterminazione. Anche nella teoria dell’architettura contemporanea è giunta l’eco di queste trasformazioni del pensiero, elaborate tuttavia in forma asistematica ed eccessivamente semplificatoria. Il volume Vita nello spazio. Sull’esperienza affettiva dell’architettura si pone l’obiettivo di descrivere un modello di spazio che tenga conto della complessità e ricchezza dell’esperienza che il soggetto fa dell’ambiente. Tale esperienza si fonda sulla risposta preriflessiva allo spazio, momento che fonda l’apprezzamento e influenza le successive interpretazioni da parte del soggetto. Al centro dell’indagine la dinamica percezione – movimento – emozione, fondata sulla corporeità del soggetto e centrale nel comprendere il modo in cui agiamo negli ambienti che abitiamo Pur basandosi su una diversità di ambiti disciplinari, il libro è centrato sulle questioni inerenti il progetto architettonico, avvalendosi di un ampio numero di esempi di ambienti costruiti, dei quali vengono descritte le condizioni situazionali che influenzano la percezione dello spazio da parte del soggetto. Si tratta quindi di un volume a carattere introduttivo, che coniuga aspetti centrali dell’architettura con temi derivanti dalla fenomenologia, dall’estetica, dalle scienze cognitive ed affettive, in un’ottica di aggiornamento del concetto di spazio secondo quanto elaborato in altri ambiti scientifici.

Vita nello spazio. Sull'esperienza affettiva dell'architettura

federico de matteis
2019-01-01

Abstract

Sin dalla fine del XIX secolo, il termine spazio ricorre costantemente nella letteratura architettonica, tanto da essere giunto, nel tempo, a ricapitolare quasi integralmente i temi del progetto. Per gli architetti e tutti gli altri progettisti che si occupano della trasformazione dell’ambiente, dunque, lo spazio rappresenta un tema centrale, dotato peraltro di una specificità disciplinare. Tuttavia, a fronte di questo carattere fondante, il discorso teorico sullo spazio in architettura appare oggi inadeguato, minato da una vaghezza che lo rende inapplicabile come strumento per la pratica del progetto, nonché datato, se consideriamo che molte delle (peraltro controverse) formulazioni teoriche cui si fa riferimento nel parlare di spazio architettonico risalgono alla metà del secolo scorso. Al contrario, negli ultimi venti anni nelle scienze umane si è assistito ad uno spatial turn che ha interessato trasversalmente la geografia umana, l’antropologia e la filosofia, con importanti ramificazioni nelle scienze cognitive e affettive. Con varie declinazioni, lo spazio è divenuto centrale nella descrizione della relazione del soggetto con l’ambiente circostante e con gli altri soggetti che lo occupano; relazione costituita dalla corporeità vissuta degli individui, dalle azioni percettive e dalla risposta affettiva, in una dinamica di costante codeterminazione. Anche nella teoria dell’architettura contemporanea è giunta l’eco di queste trasformazioni del pensiero, elaborate tuttavia in forma asistematica ed eccessivamente semplificatoria. Il volume Vita nello spazio. Sull’esperienza affettiva dell’architettura si pone l’obiettivo di descrivere un modello di spazio che tenga conto della complessità e ricchezza dell’esperienza che il soggetto fa dell’ambiente. Tale esperienza si fonda sulla risposta preriflessiva allo spazio, momento che fonda l’apprezzamento e influenza le successive interpretazioni da parte del soggetto. Al centro dell’indagine la dinamica percezione – movimento – emozione, fondata sulla corporeità del soggetto e centrale nel comprendere il modo in cui agiamo negli ambienti che abitiamo Pur basandosi su una diversità di ambiti disciplinari, il libro è centrato sulle questioni inerenti il progetto architettonico, avvalendosi di un ampio numero di esempi di ambienti costruiti, dei quali vengono descritte le condizioni situazionali che influenzano la percezione dello spazio da parte del soggetto. Si tratta quindi di un volume a carattere introduttivo, che coniuga aspetti centrali dell’architettura con temi derivanti dalla fenomenologia, dall’estetica, dalle scienze cognitive ed affettive, in un’ottica di aggiornamento del concetto di spazio secondo quanto elaborato in altri ambiti scientifici.
2019
978-88-5755-592-8
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