Il terremoto è una prova severa sia per le politiche pubbliche, sia per quelle di Governo del Territorio, ancor più quando, come nel caso dell’Aquila, il territorio colpito necessita di un nuovo modello di sviluppo, modello che non può essere costruito senza il ricorso ad un efficace supporto conoscitivo condiviso, alla concertazione istituzionale e alla coesione sociale. È stata proprio l’assenza di politiche pubbliche chiare, unita ad una crisi economica iniziata nel 2008 e ad una copianificazione assente, ad aver generato uno stallo iniziale della ricostruzione nel Capoluogo abruzzese. Come ricostruire a L’Aquila e in relazione a quale idea di città, a quale suo futuro ruolo economico, hanno rappresentato il nodo centrale intorno al quale la disciplina ancora oggi ha dato risposte parziali e nulle. I temi emersi sono quelli del rapporto tra strategie, politiche pubbliche generali e piani rispetto a un debole e confuso modello sociale di sviluppo che ha sostenuto un welfare sovradimensionato; dell’utilità del Piano, al di là della sua dimensione e della sua “forma” istituzionale, rispetto a politiche pubbliche instabili e tentennanti tra neocontrattualismo e neoutilitarismo; dei progetti di recupero/rigenerazione urbana e in relazione alla densità e al consumo di suolo nella perdita di senso del modello urbanocentrico espansivo.
L’Aquila a 10 anni dal sisma
Donato Di Ludovico
;Luana Di Lodovico
2019-01-01
Abstract
Il terremoto è una prova severa sia per le politiche pubbliche, sia per quelle di Governo del Territorio, ancor più quando, come nel caso dell’Aquila, il territorio colpito necessita di un nuovo modello di sviluppo, modello che non può essere costruito senza il ricorso ad un efficace supporto conoscitivo condiviso, alla concertazione istituzionale e alla coesione sociale. È stata proprio l’assenza di politiche pubbliche chiare, unita ad una crisi economica iniziata nel 2008 e ad una copianificazione assente, ad aver generato uno stallo iniziale della ricostruzione nel Capoluogo abruzzese. Come ricostruire a L’Aquila e in relazione a quale idea di città, a quale suo futuro ruolo economico, hanno rappresentato il nodo centrale intorno al quale la disciplina ancora oggi ha dato risposte parziali e nulle. I temi emersi sono quelli del rapporto tra strategie, politiche pubbliche generali e piani rispetto a un debole e confuso modello sociale di sviluppo che ha sostenuto un welfare sovradimensionato; dell’utilità del Piano, al di là della sua dimensione e della sua “forma” istituzionale, rispetto a politiche pubbliche instabili e tentennanti tra neocontrattualismo e neoutilitarismo; dei progetti di recupero/rigenerazione urbana e in relazione alla densità e al consumo di suolo nella perdita di senso del modello urbanocentrico espansivo.Pubblicazioni consigliate
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