So far, Stradella’s operatic production has been reconstructed on the basis of the operas that the musician composed in Genoa during the last years of his life. This article aims to present recent discoveries that shed light on Stradella’s Roman years and on the network of relationships that he maintained with the leading fi gures of the Roman aristocracy. The new acquisitions on his production would not have been possible without the discovery of the inventory of the music belonging to the singer and friend of the composer Giovan Battista Vulpio. Unpublished archival documents have revealed that this huge collection probably belonged to the Roman prince Flavio Orsini, who was the librettist for two of Stradella’s operas, "La Doriclea" and "Il moro per amore", that were copied on his behalf in 1672 and 1681 respectively. The inventory of the Vulpio (formerly Orsini) collection reveals the title of a hitherto unknown opera by Stradella, "Amare e fingere" (Loving and pretending), whose score – as argued in the article – can be identifi ed with the one, anonymous and without title, which is preserved in the Chigi collection of the Vatican Library. This commedia per musica, based on simple love plots, with few characters and a small number of instruments, was performed in Siena in 1676 under Chigi patronage. The attribution to Stradella seems to be confi rmed both by some biographical elements of the composer, and by some details of the compositional style.

La produzione drammatica di Stradella è stata fin qui ricostruita sulla base delle opere che il musicista compose negli ultimi anni di vita a Genova. Di fatto, non si avevano notizie sulle sue opere composte ed eseguite a Roma, città in cui visse fino al gennaio 1677. L’articolo intende presentare recenti scoperte che permettono di gettare luce sugli anni romani di Stradella e sulla rete di relazioni che il compositore intrattenne con i maggiori esponenti dell’aristocrazia romana. Le nuove acquisizioni sulla sua produzione non sarebbero state possibili senza il ritrovamento e la pubblicazione integrale di uno straordinario documento: l’inventario delle musiche appartenute al cantante e amico del compositore Giovan Battista Vulpio, comprendente più di duecento manoscritti dei maggiori compositori del Seicento romano tra cui oltre cinquanta volumi di musiche di Stradella. Inediti documenti d’archivio hanno rivelato che questa ricca collezione appartenne con ogni probabilità al principe Flavio Orsini, autore dei libretti delle opere "La Doriclea" e "Il moro per amore" messe in musica da Stradella; dai conti del principe la prima risulta copiata nel 1672; mentre la seconda fu ultimata nel 1681, pochi mesi prima della morte del compositore. Il principe conservò nella sua collezione sia la partitura autografa del compositore, sia una copia. Grazie all’inventario della collezione Vulpio [olim Orsini] si è potuto ricostruire un contesto e una probabile data per un’altra opera del compositore: "L’Almestilla", più nota come "Il Corispero". Nel documento, infatti, il libretto è attribuito a Pietro Cesare Gallerati, gentiluomo al servizio del principe Lorenzo Onofrio Colonna; è probabile dunque che Il Corispero sia stato eseguito a Roma sotto il patrocinio del principe nel 1678. Lo stesso inventario ci rivela infine il titolo di una sconosciuta opera di Stradella, "Amare e fingere", la cui partitura – come argomentato nell’articolo – è quella anonima e anepigrafa conservata nel fondo Chigi della Biblioteca Apostolica Vaticana. L’opera venne eseguita a Siena nella tarda primavera 1676 con il patrocinio della famiglia Chigi. L’attribuzione a Stradella sembra comprovata sia dai rapporti che legarono il musicista al cardinale Flavio Chigi, sia da alcuni dettagli dello stile compositivo, che non ritroviamo in altri compositori romani del tempo. Il libretto di "Amare e fingere" è ispirato alla contemporanea commedia spagnola "Fingir y amar" di Agustin Moreto, con cui ha in comune però soltanto pochissime scene. "Amare fingere" è un buon esempio di quel genere di commedie per musica, basate su semplici intrecci amorosi, con pochi personaggi e un ristretto numero di strumenti, destinate ai teatri privati dell’aristocrazia, più comunemente, nelle ville fuori città.

"Amare e fingere": una sconosciuta opera di Stradella e altre novità sulla sua produzione teatrale romana

Arnaldo Morelli
2019-01-01

Abstract

So far, Stradella’s operatic production has been reconstructed on the basis of the operas that the musician composed in Genoa during the last years of his life. This article aims to present recent discoveries that shed light on Stradella’s Roman years and on the network of relationships that he maintained with the leading fi gures of the Roman aristocracy. The new acquisitions on his production would not have been possible without the discovery of the inventory of the music belonging to the singer and friend of the composer Giovan Battista Vulpio. Unpublished archival documents have revealed that this huge collection probably belonged to the Roman prince Flavio Orsini, who was the librettist for two of Stradella’s operas, "La Doriclea" and "Il moro per amore", that were copied on his behalf in 1672 and 1681 respectively. The inventory of the Vulpio (formerly Orsini) collection reveals the title of a hitherto unknown opera by Stradella, "Amare e fingere" (Loving and pretending), whose score – as argued in the article – can be identifi ed with the one, anonymous and without title, which is preserved in the Chigi collection of the Vatican Library. This commedia per musica, based on simple love plots, with few characters and a small number of instruments, was performed in Siena in 1676 under Chigi patronage. The attribution to Stradella seems to be confi rmed both by some biographical elements of the composer, and by some details of the compositional style.
2019
La produzione drammatica di Stradella è stata fin qui ricostruita sulla base delle opere che il musicista compose negli ultimi anni di vita a Genova. Di fatto, non si avevano notizie sulle sue opere composte ed eseguite a Roma, città in cui visse fino al gennaio 1677. L’articolo intende presentare recenti scoperte che permettono di gettare luce sugli anni romani di Stradella e sulla rete di relazioni che il compositore intrattenne con i maggiori esponenti dell’aristocrazia romana. Le nuove acquisizioni sulla sua produzione non sarebbero state possibili senza il ritrovamento e la pubblicazione integrale di uno straordinario documento: l’inventario delle musiche appartenute al cantante e amico del compositore Giovan Battista Vulpio, comprendente più di duecento manoscritti dei maggiori compositori del Seicento romano tra cui oltre cinquanta volumi di musiche di Stradella. Inediti documenti d’archivio hanno rivelato che questa ricca collezione appartenne con ogni probabilità al principe Flavio Orsini, autore dei libretti delle opere "La Doriclea" e "Il moro per amore" messe in musica da Stradella; dai conti del principe la prima risulta copiata nel 1672; mentre la seconda fu ultimata nel 1681, pochi mesi prima della morte del compositore. Il principe conservò nella sua collezione sia la partitura autografa del compositore, sia una copia. Grazie all’inventario della collezione Vulpio [olim Orsini] si è potuto ricostruire un contesto e una probabile data per un’altra opera del compositore: "L’Almestilla", più nota come "Il Corispero". Nel documento, infatti, il libretto è attribuito a Pietro Cesare Gallerati, gentiluomo al servizio del principe Lorenzo Onofrio Colonna; è probabile dunque che Il Corispero sia stato eseguito a Roma sotto il patrocinio del principe nel 1678. Lo stesso inventario ci rivela infine il titolo di una sconosciuta opera di Stradella, "Amare e fingere", la cui partitura – come argomentato nell’articolo – è quella anonima e anepigrafa conservata nel fondo Chigi della Biblioteca Apostolica Vaticana. L’opera venne eseguita a Siena nella tarda primavera 1676 con il patrocinio della famiglia Chigi. L’attribuzione a Stradella sembra comprovata sia dai rapporti che legarono il musicista al cardinale Flavio Chigi, sia da alcuni dettagli dello stile compositivo, che non ritroviamo in altri compositori romani del tempo. Il libretto di "Amare e fingere" è ispirato alla contemporanea commedia spagnola "Fingir y amar" di Agustin Moreto, con cui ha in comune però soltanto pochissime scene. "Amare fingere" è un buon esempio di quel genere di commedie per musica, basate su semplici intrecci amorosi, con pochi personaggi e un ristretto numero di strumenti, destinate ai teatri privati dell’aristocrazia, più comunemente, nelle ville fuori città.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11697/137116
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