Cave Microbial Survey è un progetto che nasce con l’idea di promuovere una rete per lo scambio e la condivisione di informazioni a livello internazionale, riguardante alcuni aspetti della microflora presente all’interno di cavità naturali ed artificiali. Si tratta di un progetto di “citizen science”, una recente metodologia di indagine, tramite la quale, l’insieme delle attività connesse ad una ricerca scientifica sono coadiuvate e supportate dalla collettività, rappresentata in questo caso da speleologi. La proposta di collaborazione si basa sull’utilizzo di una scheda compilabile online, in seguito all’osservazione di colonie microbiche rilevate all’interno delle grotte abitualmente frequentate o in esplorazione. Oltre alla segnalazione dei biofilm microbici, vi è la possibilità di scrivere una breve descrizione del punto di osservazione, inserire eventuali note ritenute importanti dall’osservatore, oppure allegare documenti attinenti, direttamente all’interno della scheda digitale. Il form (fig. 1) è organizzato in moduli riguardanti informazioni sul collaboratore, sulla data dell’osservazione, sulla tipologia della grotta e sulle colonie individuabili ad occhio nudo. In particolare, questo database permette di raccogliere dati riguardo: 1) la presenza di biofilm microbici che popolano substrati rocciosi (pareti, soffitti e speleotemi); 2) gli aspetti distintivi di tali patine (colore, dimensione e aderenza alla superficie sottostante); 3) i segni macroscopici dell’attività microbica (processi di deposizione, corrosione e cambiamenti strutturali del substrato); 4) la coesistenza di biofilm di tipologie differenti sul medesimo sito; 5) la localizzazione delle colonie nelle diverse porzioni della grotta (zona di ingresso, penombra e buio assoluto). La struttura della scheda facilita la compilazione grazie ad immagini esplicative, permettendo di ricevere informazioni dettagliate anche da speleologi non formati sull’argomento. L’insieme delle segnalazioni implementa un database innovativo e dai costi di gestione limitati. Le informazioni ricevute verranno elaborate ed utilizzate a fini scientifici, divulgativi e gestionali. Il progetto riveste, infatti, una grande importanza per il monitoraggio, la conservazione dell’ambiente sotterraneo e per una fruizione consapevole degli ambienti ipogei. La raccolta dei dati, iniziata nel novembre 2016, ha portato finora ad ottenere diverse segnalazioni di biofilm presenti all’interno di cavità italiane e straniere di diversa natura. Le informazioni ottenute, sono state poi utilizzate per selezionare grotte di maggiore interesse e per programmare un piano di campionamento mirato (fig. 2). Sono state quindi selezionate cinque cavità di tipologie differenti ed in ciascuna grotta, i campioni sono stati prelevati in due distinte porzioni (zona di ingresso e buio assoluto). L’analisi della diversità genetica delle componenti microbiche è stata effettuata mediante elettroforesi sul gel a gradiente denaturante dei frammenti di DNA ribosomiale amplificati tramite PCR. Le immagini della distribuzione delle bande di DNA nei gel di DGGE ottenuti, sono state elaborate tramite il software di analisi Imagelab 3.0 (BioRad). Dall’elaborazione dei dati ottenuti, sono stati ricavati i seguenti indici ecologici: Simpson's diversity index, Simpson's evenness index, Range-weighted richness, Functional organization (figg.3-4).

Cave Microbial Survey: proposta di implementazione dati sulla microflora ipogea

Paola Cacchio;Federica Matteucci;Maddalena Del Gallo
2018-01-01

Abstract

Cave Microbial Survey è un progetto che nasce con l’idea di promuovere una rete per lo scambio e la condivisione di informazioni a livello internazionale, riguardante alcuni aspetti della microflora presente all’interno di cavità naturali ed artificiali. Si tratta di un progetto di “citizen science”, una recente metodologia di indagine, tramite la quale, l’insieme delle attività connesse ad una ricerca scientifica sono coadiuvate e supportate dalla collettività, rappresentata in questo caso da speleologi. La proposta di collaborazione si basa sull’utilizzo di una scheda compilabile online, in seguito all’osservazione di colonie microbiche rilevate all’interno delle grotte abitualmente frequentate o in esplorazione. Oltre alla segnalazione dei biofilm microbici, vi è la possibilità di scrivere una breve descrizione del punto di osservazione, inserire eventuali note ritenute importanti dall’osservatore, oppure allegare documenti attinenti, direttamente all’interno della scheda digitale. Il form (fig. 1) è organizzato in moduli riguardanti informazioni sul collaboratore, sulla data dell’osservazione, sulla tipologia della grotta e sulle colonie individuabili ad occhio nudo. In particolare, questo database permette di raccogliere dati riguardo: 1) la presenza di biofilm microbici che popolano substrati rocciosi (pareti, soffitti e speleotemi); 2) gli aspetti distintivi di tali patine (colore, dimensione e aderenza alla superficie sottostante); 3) i segni macroscopici dell’attività microbica (processi di deposizione, corrosione e cambiamenti strutturali del substrato); 4) la coesistenza di biofilm di tipologie differenti sul medesimo sito; 5) la localizzazione delle colonie nelle diverse porzioni della grotta (zona di ingresso, penombra e buio assoluto). La struttura della scheda facilita la compilazione grazie ad immagini esplicative, permettendo di ricevere informazioni dettagliate anche da speleologi non formati sull’argomento. L’insieme delle segnalazioni implementa un database innovativo e dai costi di gestione limitati. Le informazioni ricevute verranno elaborate ed utilizzate a fini scientifici, divulgativi e gestionali. Il progetto riveste, infatti, una grande importanza per il monitoraggio, la conservazione dell’ambiente sotterraneo e per una fruizione consapevole degli ambienti ipogei. La raccolta dei dati, iniziata nel novembre 2016, ha portato finora ad ottenere diverse segnalazioni di biofilm presenti all’interno di cavità italiane e straniere di diversa natura. Le informazioni ottenute, sono state poi utilizzate per selezionare grotte di maggiore interesse e per programmare un piano di campionamento mirato (fig. 2). Sono state quindi selezionate cinque cavità di tipologie differenti ed in ciascuna grotta, i campioni sono stati prelevati in due distinte porzioni (zona di ingresso e buio assoluto). L’analisi della diversità genetica delle componenti microbiche è stata effettuata mediante elettroforesi sul gel a gradiente denaturante dei frammenti di DNA ribosomiale amplificati tramite PCR. Le immagini della distribuzione delle bande di DNA nei gel di DGGE ottenuti, sono state elaborate tramite il software di analisi Imagelab 3.0 (BioRad). Dall’elaborazione dei dati ottenuti, sono stati ricavati i seguenti indici ecologici: Simpson's diversity index, Simpson's evenness index, Range-weighted richness, Functional organization (figg.3-4).
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