Le ultime campagne di scavo (2016 e 2017) nel sito archeologico denominato “Campo S. Maria”, ubicato ai limiti dell’area pubblica della città di Amiternum (AQ), hanno permesso di fissare con maggiore chiarezza la scansione cronologica del sito, individuando almeno14 periodi di attività, in parte già noti grazie alle precedenti indagini archeologiche. Le strutture rinvenute, comprese tra il I secolo a.C. e il tardo XIV secolo, appartengono ad almeno 9 edifici che, frutto di superfetazioni successive, a più riprese hanno occupato l’area di scavo, inglobando o riutilizzando solo parzialmente le strutture precedenti, confermando il ruolo centripeto del sito a partire dal tardo V secolo. L’abbandono dell’area risale al tardo XIV secolo, probabilmente in concomitanza con la nascita e lo sviluppo della città dell’Aquila, che ne causò un lento e inesorabile declino. Le attività sepolcrali connesse agli edifici indagati hanno evidenziato una funzione sepolcrale protratta per un arco cronologico ampio che va dal VI al XIV secolo. Con i dati acquisiti è stato possibile distinguere 9 fasi sepolcrali alle quali appartengono le 65 sepolture rinvenute in fase con gli edifici di culto. Allo stato attuale delle ricerche è possibile proporre un aggiornamento dei dati già pubblicati, integrandoli con quelli nuovi, soprattutto per quel che concerne la datazione, la funzione degli edifici e una parziale analisi dell’insieme funerario di ogni periodo.

Amiternum (AQ), Campo Santa Maria: dinamiche insediative e fasi sepolcrali di un nuovo polo di potere. Nuova sintesi delle ricerche in corso

A. Forgione
;
F. Savini
2019-01-01

Abstract

Le ultime campagne di scavo (2016 e 2017) nel sito archeologico denominato “Campo S. Maria”, ubicato ai limiti dell’area pubblica della città di Amiternum (AQ), hanno permesso di fissare con maggiore chiarezza la scansione cronologica del sito, individuando almeno14 periodi di attività, in parte già noti grazie alle precedenti indagini archeologiche. Le strutture rinvenute, comprese tra il I secolo a.C. e il tardo XIV secolo, appartengono ad almeno 9 edifici che, frutto di superfetazioni successive, a più riprese hanno occupato l’area di scavo, inglobando o riutilizzando solo parzialmente le strutture precedenti, confermando il ruolo centripeto del sito a partire dal tardo V secolo. L’abbandono dell’area risale al tardo XIV secolo, probabilmente in concomitanza con la nascita e lo sviluppo della città dell’Aquila, che ne causò un lento e inesorabile declino. Le attività sepolcrali connesse agli edifici indagati hanno evidenziato una funzione sepolcrale protratta per un arco cronologico ampio che va dal VI al XIV secolo. Con i dati acquisiti è stato possibile distinguere 9 fasi sepolcrali alle quali appartengono le 65 sepolture rinvenute in fase con gli edifici di culto. Allo stato attuale delle ricerche è possibile proporre un aggiornamento dei dati già pubblicati, integrandoli con quelli nuovi, soprattutto per quel che concerne la datazione, la funzione degli edifici e una parziale analisi dell’insieme funerario di ogni periodo.
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