Definire la città contemporanea un gigante dai piedi d’argilla, un sistema fragile, richiama almeno due questioni: la prima è relativa alla perdita di riconoscibilità della città, la seconda è che sia compito della disciplina urbanistica di concorrere alla ricomposizione della civiltà urbana che sta smarrendo le motivazioni di fondo e la direzione di un percorso comune da intraprendere. Tra queste due proposizioni si pone una terza implicita condizione che postula una scontata qualità della civiltà urbana, anche se si riconosce la sua sostanziale mutazione e si invitano le risorse intellettuali ad analizzare in profondità i cambiamenti radicali che stanno avvenendo. Il contributo che si propone in questo articolo non dà per scontata la necessaria ‘ricomposizione’ della civiltà urbana ma cerca di esplorare la dimensione post-urbana / post-metropolitana a fronte di nuove morfologie aggregative e diffusive (i Telai Territoriali) che spesso vengono ricondotte ad una cultura urbana ma che della stessa non hanno le specificità e le modalità morfogenetiche, e ne rincorrono solo le connotazioni estetico-formali. In questo processo, Ipertecnologia e Globalizzazione costituiscono nella loro interazioni non prevedibili, i due orizzonti rispetto ai quali può essere letta la evoluzione delle nuove forme insediative nel superamento del tradizionale paradigma urbanocentrico.
Una urbanistica sperimentale per una società post-urbana
Di Ludovico D.
;Properzi P.
2020-01-01
Abstract
Definire la città contemporanea un gigante dai piedi d’argilla, un sistema fragile, richiama almeno due questioni: la prima è relativa alla perdita di riconoscibilità della città, la seconda è che sia compito della disciplina urbanistica di concorrere alla ricomposizione della civiltà urbana che sta smarrendo le motivazioni di fondo e la direzione di un percorso comune da intraprendere. Tra queste due proposizioni si pone una terza implicita condizione che postula una scontata qualità della civiltà urbana, anche se si riconosce la sua sostanziale mutazione e si invitano le risorse intellettuali ad analizzare in profondità i cambiamenti radicali che stanno avvenendo. Il contributo che si propone in questo articolo non dà per scontata la necessaria ‘ricomposizione’ della civiltà urbana ma cerca di esplorare la dimensione post-urbana / post-metropolitana a fronte di nuove morfologie aggregative e diffusive (i Telai Territoriali) che spesso vengono ricondotte ad una cultura urbana ma che della stessa non hanno le specificità e le modalità morfogenetiche, e ne rincorrono solo le connotazioni estetico-formali. In questo processo, Ipertecnologia e Globalizzazione costituiscono nella loro interazioni non prevedibili, i due orizzonti rispetto ai quali può essere letta la evoluzione delle nuove forme insediative nel superamento del tradizionale paradigma urbanocentrico.File | Dimensione | Formato | |
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