Posto di fronte al quesito relativo alla pericolosità di oggetti non edibili abbinati a prodotti alimentari, ogni buon medico, soprattutto se pediatra o specialista otorinolaringoiatria, in quanto eticamente e legalmente obbligato per un corretto esercizio della sua professionalità a prendersi cura del paziente con l'attenzione richiesta ad un buon padre di famiglia, non vorrebbe esporre nessuno dei piccoli a lui affidati al minimo rischio, in specie se derivante da circostanze futili e motivazioni voluttuarie. Supportata da tali premesse la conoscenza anche di un solo caso riportato dalla letteratura mondiale di soffocamento provocato da un piccolo giocattolo combinato ad un alimento, dovrebbe indurlo a sottoscrivere l'allontanamento dal mercato di ogni prodotto associato ad un siffatto rischio nella convinzione che nessun interesse economico possa sopravanzare il sacrificio seppure accidentale e sporadico di una piccola vita, sull'inestimabile valore della quale non è evedentemente ammessa alcuna dialettica. Eppure i medesimi obblighi contrattuali prevedono che quel buon medico agisca non solo in coscienza, ma anche in scienza. Ed è proprio questo aspetto che qui si intende analizzare onde evitare conclusioni affrettate,parziali,sentimentali e in definitiva improprie su un argomento che per la complessità degli interessi in gioco merita correttezza e rigore. Al fine di onorare tale impegno appare opportuno anticipare i punti su cui si articolerà la revisione critica di alcuni recenti studi condotti in merito e le riflessioni da questi evocate: - epidemiologia del soffocamento da inalazione di corpi estranei; -importanza delle attività manipolatorie per l'evoluzione delle prassie manuali nel bambino; - revisione e metanalisi di quattro studi condotti recentemente in diversi Paesi; - conclusioni.

“Il rischio di soffocamento da oggetti non edibili abbinati a prodotti alimentari: revisione critica”

LAURIELLO, MARIA
2001-01-01

Abstract

Posto di fronte al quesito relativo alla pericolosità di oggetti non edibili abbinati a prodotti alimentari, ogni buon medico, soprattutto se pediatra o specialista otorinolaringoiatria, in quanto eticamente e legalmente obbligato per un corretto esercizio della sua professionalità a prendersi cura del paziente con l'attenzione richiesta ad un buon padre di famiglia, non vorrebbe esporre nessuno dei piccoli a lui affidati al minimo rischio, in specie se derivante da circostanze futili e motivazioni voluttuarie. Supportata da tali premesse la conoscenza anche di un solo caso riportato dalla letteratura mondiale di soffocamento provocato da un piccolo giocattolo combinato ad un alimento, dovrebbe indurlo a sottoscrivere l'allontanamento dal mercato di ogni prodotto associato ad un siffatto rischio nella convinzione che nessun interesse economico possa sopravanzare il sacrificio seppure accidentale e sporadico di una piccola vita, sull'inestimabile valore della quale non è evedentemente ammessa alcuna dialettica. Eppure i medesimi obblighi contrattuali prevedono che quel buon medico agisca non solo in coscienza, ma anche in scienza. Ed è proprio questo aspetto che qui si intende analizzare onde evitare conclusioni affrettate,parziali,sentimentali e in definitiva improprie su un argomento che per la complessità degli interessi in gioco merita correttezza e rigore. Al fine di onorare tale impegno appare opportuno anticipare i punti su cui si articolerà la revisione critica di alcuni recenti studi condotti in merito e le riflessioni da questi evocate: - epidemiologia del soffocamento da inalazione di corpi estranei; -importanza delle attività manipolatorie per l'evoluzione delle prassie manuali nel bambino; - revisione e metanalisi di quattro studi condotti recentemente in diversi Paesi; - conclusioni.
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