A partire dalla traduzione di un verso molto noto della settima scena del primo atto del Macbeth di Shakespeare, si offrono diversi esempi di come la figuralità del linguaggio barocco di Shakespeare si depositi in molteplici traduzioni che amplificano le possibilità del testo. Un caso particolare è quello del Macbettu di Alessandro Serra, uno spettacolo dove la traduzione in lingua sarda appare come esito finale di un percorso più ampio, un viaggio antropologico attraverso il carnevale barbaricino, ma non solo, un lavoro nato dalla scena, che riattiva la parola poetica come reazione epidermica che sale tutta dal corpo dell’attore.

Un Macbeth nudo. Lingua, suono e carne per tradurre l’energia del male

Massimo Fusillo;Doriana Legge
2020-01-01

Abstract

A partire dalla traduzione di un verso molto noto della settima scena del primo atto del Macbeth di Shakespeare, si offrono diversi esempi di come la figuralità del linguaggio barocco di Shakespeare si depositi in molteplici traduzioni che amplificano le possibilità del testo. Un caso particolare è quello del Macbettu di Alessandro Serra, uno spettacolo dove la traduzione in lingua sarda appare come esito finale di un percorso più ampio, un viaggio antropologico attraverso il carnevale barbaricino, ma non solo, un lavoro nato dalla scena, che riattiva la parola poetica come reazione epidermica che sale tutta dal corpo dell’attore.
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