In un recente articolo [34] l’autore dott. De Vecchi Pierantonio, esperto di valutazioni in tema di operazioni di leasing, ha affrontato il problema della quantificazione del fenomeno anatocistico derivante dall’adozione del regime finanziario della capitalizzazione semplice (CS) (in contrapposizione al regime della capitalizzazione composta - CC), definendo un “anatocismo primario” relativo all’operazione di riscatto finale e un ”anatocismo secondario” riguardante l’operazione di ammortamento relativa al pagamento dei canoni. Gli estensori del presente lavoro, • pur condividendo quanto proposto dall’esperto [34], riguardo alle valutazioni relative al riscatto, • ma non condividendo, al tempo stesso, quanto proposto dallo stesso, riguardo all’ammortamento relativo al pagamento dei canoni, hanno effettuato ulteriori valutazioni, sino alla quantificazione dell’onere implicito relativo al differenziale dei regimi finanziari ed alla definizione dal T(A)EG, utile per il confronto con il tasso soglia d’usura, secondo quanto stabilito dall’attuale normativa. Il citato autore [34], non disponendo del modello matematico per la stesura di un piano di ammortamento “alla francese” nel regime finanziario della capitalizzazione semplice, quale pubblicato dagli autori del presente lavoro nell’articolo [11] indicato in bibliografia, ha tentato di quantificare l’onere implicito (anatocistico) insito nell’ammortamento relativo ai canoni periodici, mediante un ragionamento, che gli scriventi non condividono per i motivi che saranno appresso evidenziati. • i valori considerati (definiti dall’autore “monte dei pagamenti”) sono somme di importi caratterizzati da collocazioni temporali diverse e quindi non sommabili, se non dopo un’adeguata attualizzazione oppure capitalizzazione, • gli importi (canoni) sommati di riferiscono a quantificazioni effettuate nel regime della capitalizzazione composta (in quanto la loro differenza è causata dal diverso regime con cui è stato valutato il riscatto, non già i canoni), • l’importo risultante è semplicemente la differenza tra la somma e il valore attuale della rendita costituita da rate pari alla differenza tra le due rate a nostro avviso tale importo non riveste alcun significato finanziario.

L’operazione di leasing traslativo e il regime finanziario della capitalizzazione semplice – La quantificazione dell’onere occulto

Carla Barracchini
Methodology
;
2020-01-01

Abstract

In un recente articolo [34] l’autore dott. De Vecchi Pierantonio, esperto di valutazioni in tema di operazioni di leasing, ha affrontato il problema della quantificazione del fenomeno anatocistico derivante dall’adozione del regime finanziario della capitalizzazione semplice (CS) (in contrapposizione al regime della capitalizzazione composta - CC), definendo un “anatocismo primario” relativo all’operazione di riscatto finale e un ”anatocismo secondario” riguardante l’operazione di ammortamento relativa al pagamento dei canoni. Gli estensori del presente lavoro, • pur condividendo quanto proposto dall’esperto [34], riguardo alle valutazioni relative al riscatto, • ma non condividendo, al tempo stesso, quanto proposto dallo stesso, riguardo all’ammortamento relativo al pagamento dei canoni, hanno effettuato ulteriori valutazioni, sino alla quantificazione dell’onere implicito relativo al differenziale dei regimi finanziari ed alla definizione dal T(A)EG, utile per il confronto con il tasso soglia d’usura, secondo quanto stabilito dall’attuale normativa. Il citato autore [34], non disponendo del modello matematico per la stesura di un piano di ammortamento “alla francese” nel regime finanziario della capitalizzazione semplice, quale pubblicato dagli autori del presente lavoro nell’articolo [11] indicato in bibliografia, ha tentato di quantificare l’onere implicito (anatocistico) insito nell’ammortamento relativo ai canoni periodici, mediante un ragionamento, che gli scriventi non condividono per i motivi che saranno appresso evidenziati. • i valori considerati (definiti dall’autore “monte dei pagamenti”) sono somme di importi caratterizzati da collocazioni temporali diverse e quindi non sommabili, se non dopo un’adeguata attualizzazione oppure capitalizzazione, • gli importi (canoni) sommati di riferiscono a quantificazioni effettuate nel regime della capitalizzazione composta (in quanto la loro differenza è causata dal diverso regime con cui è stato valutato il riscatto, non già i canoni), • l’importo risultante è semplicemente la differenza tra la somma e il valore attuale della rendita costituita da rate pari alla differenza tra le due rate a nostro avviso tale importo non riveste alcun significato finanziario.
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