L’articolo riguarda uno studio effettuato nell’ambito del Progetto “Territori Aperti” dell’Università dell’Aquila, che affronta il tema dei nuovi processi di sviluppo di aree fragili, in particolare di quelle aree interne corrispondenti alle zone colpite dal sisma dell’Italia centrale del 2016-17 e dal sisma Abruzzo del 2009, un’aggregazione di comuni che non si rifanno a geografie istituzionali o a logiche politiche, e che presentano invece il carattere di ‘organizzazioni sperimentali’. Lo studio è diviso in due fasi, la prima analitica che individua le componenti delle fragilità, la seconda che combina queste analisi con gli effetti territoriali del virus Sars-Cov2. Il risultato pone in evidenza alcuni fenomeni critici peculiari di aree sottoutilizzate e fortemente a rischio come quella dei crateri, fenomeni che sembrano essere ulteriormente rafforzati dalla diffusione del virus e quindi a quei rischi che sono definiti ‘invisibili’. L’articolo chiude con la descrizione sintetica dei primi risultati della ricerca e dei possibili strumenti e azioni sperimentali per lo sviluppo delle strategie territoriali di ripresa di questo tipo di settori territoriali.

Progetti di sviluppo e nuovi modelli di aggregazione nelle geografie delle Aree Fragili

Di Ludovico Donato
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2020-01-01

Abstract

L’articolo riguarda uno studio effettuato nell’ambito del Progetto “Territori Aperti” dell’Università dell’Aquila, che affronta il tema dei nuovi processi di sviluppo di aree fragili, in particolare di quelle aree interne corrispondenti alle zone colpite dal sisma dell’Italia centrale del 2016-17 e dal sisma Abruzzo del 2009, un’aggregazione di comuni che non si rifanno a geografie istituzionali o a logiche politiche, e che presentano invece il carattere di ‘organizzazioni sperimentali’. Lo studio è diviso in due fasi, la prima analitica che individua le componenti delle fragilità, la seconda che combina queste analisi con gli effetti territoriali del virus Sars-Cov2. Il risultato pone in evidenza alcuni fenomeni critici peculiari di aree sottoutilizzate e fortemente a rischio come quella dei crateri, fenomeni che sembrano essere ulteriormente rafforzati dalla diffusione del virus e quindi a quei rischi che sono definiti ‘invisibili’. L’articolo chiude con la descrizione sintetica dei primi risultati della ricerca e dei possibili strumenti e azioni sperimentali per lo sviluppo delle strategie territoriali di ripresa di questo tipo di settori territoriali.
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