L’acciaio, artefice di radicali metamorfosi dell’architettura moderna e contemporanea, è da sempre promotore di un’estetica nuova che privilegia leggerezza e trasparenza, qualità formali dissonanti in città come Roma in cui la storia millenaria è tradizionalmente rappresentata dall’immagine delle sue architetture secolari, ma che non disdegna di accogliere recenti e originali tentativi di rinnovamento in cui l’acciaio, la ghisa e il ferro, assurgono al ruolo di protagonisti in architetture capaci di instaurare con essa un dialogo mai banale. Nei quattro capitoli del libro, ordinati secondo due criteri che rimandano all’ordinamento cronologico associato all’uso dell’acciaio e alla localizzazione delle opere, è proposta la disamina di singolari architetture contraddistinte dall’uso esclusivo della costruzione metallica nei sistemi resistenti in un arco temporale di circa un secolo. Un particolare approfondimento è dedicato al periodo compreso tra il secondo dopoguerra e il 1980, quando la città vive una stagione di intensa attività costruttiva che affida all’acciaio la soluzione di specifici problemi tecnici e il soddisfacimento dell’esigenze di rappresentatività espresse dalla committenza pubblica e privata. Un libro che prova a mettere in primo piano tratti sconosciuti o poco noti del volto ferrigno della Capitale, Città Eterna e in continua trasformazione.

Acciaio e Città. Roma 1945-1980

M Abita
2020-01-01

Abstract

L’acciaio, artefice di radicali metamorfosi dell’architettura moderna e contemporanea, è da sempre promotore di un’estetica nuova che privilegia leggerezza e trasparenza, qualità formali dissonanti in città come Roma in cui la storia millenaria è tradizionalmente rappresentata dall’immagine delle sue architetture secolari, ma che non disdegna di accogliere recenti e originali tentativi di rinnovamento in cui l’acciaio, la ghisa e il ferro, assurgono al ruolo di protagonisti in architetture capaci di instaurare con essa un dialogo mai banale. Nei quattro capitoli del libro, ordinati secondo due criteri che rimandano all’ordinamento cronologico associato all’uso dell’acciaio e alla localizzazione delle opere, è proposta la disamina di singolari architetture contraddistinte dall’uso esclusivo della costruzione metallica nei sistemi resistenti in un arco temporale di circa un secolo. Un particolare approfondimento è dedicato al periodo compreso tra il secondo dopoguerra e il 1980, quando la città vive una stagione di intensa attività costruttiva che affida all’acciaio la soluzione di specifici problemi tecnici e il soddisfacimento dell’esigenze di rappresentatività espresse dalla committenza pubblica e privata. Un libro che prova a mettere in primo piano tratti sconosciuti o poco noti del volto ferrigno della Capitale, Città Eterna e in continua trasformazione.
2020
978-88-96386-95-8
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