Tra moralismo satirico e rimpianto del tempo passato, Giambattista (o Titta) Valentino, voce della neonata tradizione dialettale riflessa, tratteggia una nuova immagine della città di Napoli, ormai sommersa da vizi, abusi e illegalità a cui si abbandonò lascivamente la nuova società partenopea dopo la peste del 1656. Traendo ispirazione dai fatti contingenti, l’autore, che se «non parla e spapura, crepa e schiatta», muove una pungente e mordace satira contro la vacuità della società del suo tempo, contro un nuovo mondo irriconoscibile, dominato dallo scatenarsi degli istinti più violenti e dall’infrazione delle norme che regolano il vivere civile. Costruendo una nuova Babele, la satira sulla città di Napoli e sui cives sui mostra ciò che manca all’uomo dei Seicento: il senso della misura. Il contributo, attraverso le ottave in dialetto napoletano de «La Mezacanna co lo Vasciello dell’Arbascia» (1669), analizza i tratti peculiari della satira di Valentino e il nuovo volto trasfigurato della città di Napoli, in cui, attraverso scene dalla comicità intrinseca, agiscono sul palcoscenico cittadino gli Zanni del nuovo e carnevalesco mondo.

La nuova Babele: Napoli attraverso gli occhi di un «povero scrivano»

DI MARO, MARIA
2019-01-01

Abstract

Tra moralismo satirico e rimpianto del tempo passato, Giambattista (o Titta) Valentino, voce della neonata tradizione dialettale riflessa, tratteggia una nuova immagine della città di Napoli, ormai sommersa da vizi, abusi e illegalità a cui si abbandonò lascivamente la nuova società partenopea dopo la peste del 1656. Traendo ispirazione dai fatti contingenti, l’autore, che se «non parla e spapura, crepa e schiatta», muove una pungente e mordace satira contro la vacuità della società del suo tempo, contro un nuovo mondo irriconoscibile, dominato dallo scatenarsi degli istinti più violenti e dall’infrazione delle norme che regolano il vivere civile. Costruendo una nuova Babele, la satira sulla città di Napoli e sui cives sui mostra ciò che manca all’uomo dei Seicento: il senso della misura. Il contributo, attraverso le ottave in dialetto napoletano de «La Mezacanna co lo Vasciello dell’Arbascia» (1669), analizza i tratti peculiari della satira di Valentino e il nuovo volto trasfigurato della città di Napoli, in cui, attraverso scene dalla comicità intrinseca, agiscono sul palcoscenico cittadino gli Zanni del nuovo e carnevalesco mondo.
2019
978-88-6032-512-9
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
8.Maria Di Maro_La nuova Babele.pdf

accesso aperto

Tipologia: Documento in Versione Editoriale
Licenza: Creative commons
Dimensione 218.72 kB
Formato Adobe PDF
218.72 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11697/179814
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact