Da oltre dieci anni il sistema previdenziale italiano vive un periodo di grandi riforme. L’invecchiamento della popolazione e la trasformazione dei sistemi economici hanno obbligato una revisione radicale dei sistemi pensionistici tradizionali. L’insostenibilità degli schemi retributivi a ripartizione, a carico esclusivo della contabilità nazionale, hanno costretto il legislatore, già dagli anni novanta, ad intervenire nella revisione del meccanismo di trasferimento delle risorse tra attivi e non attivi, ridefinendo il contratto implicito tra generazioni, sul quale il medesimo sistema si basava. Attualmente, il sistema previdenziale italiano vive un lungo periodo di transizione alla fine del quale lo schema pensionistico non poggerà esclusivamente sul pilastro pubblico, ma sarà affiancato da pilastri privati a capitalizzazione di natura collettiva o individuale. Al contrario di altri paesi come Francia, Svezia e Olanda, la strada intrapresa in Italia per la riforma della previdenza integrativa è quella dell’adesione volontaria ai fondi pensione. La decisione del legislatore, indubbiamente condivisibile, di lasciare libertà di scelta in campo previdenziale presuppone, tuttavia, che i lavoratori italiani conoscano appieno il funzionamento del sistema previdenziale e siano in grado di operare scelte consapevoli. Riguardo alle misure in grado di stimolare lo sviluppo della previdenza complementare, le indagini campionarie indicano che, a distanza di oltre un decennio da interventi incisivi sul sistema previdenziale obbligatorio, i lavoratori sono solo in parte consapevoli dei tagli apportati alle pensioni pubbliche e spesso sovrastimano le risorse di cui disporranno nella fase di pensionamento. L’obiettivo del nostro lavoro è, in primo luogo, quello di ricostruire il contesto riformistico che ha caratterizzato la previdenza italiana, in quest’ultimo decennio; in secondo luogo, quello di presentare un’analisi approfondita degli effetti dell’attuazione della riforma della previdenza complementare, evidenziando i vantaggi, legati ad un adeguato sviluppo della medesima, e gli ostacoli che, tuttavia, tale sviluppo sembra ancora incontrare.

La Riforma della previdenza complementare: decollo o atterraggio?

BARRACCHINI, CARLA
2009-01-01

Abstract

Da oltre dieci anni il sistema previdenziale italiano vive un periodo di grandi riforme. L’invecchiamento della popolazione e la trasformazione dei sistemi economici hanno obbligato una revisione radicale dei sistemi pensionistici tradizionali. L’insostenibilità degli schemi retributivi a ripartizione, a carico esclusivo della contabilità nazionale, hanno costretto il legislatore, già dagli anni novanta, ad intervenire nella revisione del meccanismo di trasferimento delle risorse tra attivi e non attivi, ridefinendo il contratto implicito tra generazioni, sul quale il medesimo sistema si basava. Attualmente, il sistema previdenziale italiano vive un lungo periodo di transizione alla fine del quale lo schema pensionistico non poggerà esclusivamente sul pilastro pubblico, ma sarà affiancato da pilastri privati a capitalizzazione di natura collettiva o individuale. Al contrario di altri paesi come Francia, Svezia e Olanda, la strada intrapresa in Italia per la riforma della previdenza integrativa è quella dell’adesione volontaria ai fondi pensione. La decisione del legislatore, indubbiamente condivisibile, di lasciare libertà di scelta in campo previdenziale presuppone, tuttavia, che i lavoratori italiani conoscano appieno il funzionamento del sistema previdenziale e siano in grado di operare scelte consapevoli. Riguardo alle misure in grado di stimolare lo sviluppo della previdenza complementare, le indagini campionarie indicano che, a distanza di oltre un decennio da interventi incisivi sul sistema previdenziale obbligatorio, i lavoratori sono solo in parte consapevoli dei tagli apportati alle pensioni pubbliche e spesso sovrastimano le risorse di cui disporranno nella fase di pensionamento. L’obiettivo del nostro lavoro è, in primo luogo, quello di ricostruire il contesto riformistico che ha caratterizzato la previdenza italiana, in quest’ultimo decennio; in secondo luogo, quello di presentare un’analisi approfondita degli effetti dell’attuazione della riforma della previdenza complementare, evidenziando i vantaggi, legati ad un adeguato sviluppo della medesima, e gli ostacoli che, tuttavia, tale sviluppo sembra ancora incontrare.
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