Obiettivo. I disturbi depressivi sono alterazioni del tono dell’umore nelle quali intervengono fattori biologici, psicologici, genetici, sociali e culturali. Diversi studi suggeriscono che anomalie a livello dei ritmi circadiani possano essere coinvolte in tali disturbi. Mentre appare certo che tali anomalie siano di estrema rilevanza in una fase acuta di malattia, più limitato sembra invece il numero di studi atti a indagare il profilo generale di attività circadiana in una fase premorbosa di patologia. Metodi. È stato esaminato un gruppo di 206 soggetti affetti da disturbi depressivi secondo il DSM-IV confrontati con un campione di 206 individui sani. Tutti i partecipanti hanno compilato un questionario, finalizzato a raccogliere informazioni sulle principali funzioni biologiche ritmiche. Le differenze a questo livello sono state confrontate utilizzando l’analisi statistica della varianza (ANOVA). Risultati. Nell’“Età Adolescenziale” si è riscontrato, a livello del sonno, un anticipo dell’ora di risveglio di circa 20 minuti nei soggetti depressi rispetto ai controlli. Nell’“Età Giovanile” emerge, invece, una differenza statisticamente significativa (p=0,02) nell’orario di risveglio dei soggetti affetti da un disturbo depressivo rispetto ai sani, risultando mediamente anticipato di 39 minuti. Conclusioni. Si può ipotizzare che alterazioni dei ritmi biologici circadiani concorrano alla genesi dei disturbi depressivi come fattori predisponenti o precipitanti. Potrebbero, inoltre, rappresentare uno strumento in grado di facilitare l’individuazione di soggetti caratterizzati da una particolare vulnerabilità per tali disturbi già in una fase premorbosa della patologia.

Aim. Depressive disorders are mood alterations in which biological, psychological, genetic, social and cultural factors can play an important role. Many studies suggest that anomalies in circadian rhythms can be explored according to a general model of a chrono-biological implication in the pathogenesis of the disease. At present it is possible to see a general agreement in literature concerning the importance of such modifications in acute phase of depression. However, until now scarce is the number of studies that have the aim to explore the circadian activity in a premorbid phase of depressive disorder. Methods. 206 patients affected by DSM-IV Major Depressive Disorders are examined, compared to a group of 206 healthy subjects. All individuals included in this study were asked to complete a questionnaire about the time of awakening, falling asleep, maximum appetite, energy and mental focusing. Results from patients and healthy subjects were compared using the ANOVA test. Subjects in the “Adolescence” age group were found to have an increase in the time of awakening by approximately 20 minutes in the depressed subjects compared to the controls. In the study of “Youth” age group, the results showed a statistically significant difference (p<0,02) in the awakening time with an anticipation of about 39 minutes compared to healthy individuals. Conclusions. Our study allow hypothesizing that alterations of the biological circadian activity profile can contribute to the genesis of Depressive Disorders as predisposing factors. They could represent an important way to facilitate the identification of subjects already characterized by a particular vulnerability for depression in a premorbid phase of illness.

Studio del profilo premorboso circadiano del sonno e delle attività in pazienti affetti da disturbi depressivi

PACITTI, FRANCESCA;
2008-01-01

Abstract

Aim. Depressive disorders are mood alterations in which biological, psychological, genetic, social and cultural factors can play an important role. Many studies suggest that anomalies in circadian rhythms can be explored according to a general model of a chrono-biological implication in the pathogenesis of the disease. At present it is possible to see a general agreement in literature concerning the importance of such modifications in acute phase of depression. However, until now scarce is the number of studies that have the aim to explore the circadian activity in a premorbid phase of depressive disorder. Methods. 206 patients affected by DSM-IV Major Depressive Disorders are examined, compared to a group of 206 healthy subjects. All individuals included in this study were asked to complete a questionnaire about the time of awakening, falling asleep, maximum appetite, energy and mental focusing. Results from patients and healthy subjects were compared using the ANOVA test. Subjects in the “Adolescence” age group were found to have an increase in the time of awakening by approximately 20 minutes in the depressed subjects compared to the controls. In the study of “Youth” age group, the results showed a statistically significant difference (p<0,02) in the awakening time with an anticipation of about 39 minutes compared to healthy individuals. Conclusions. Our study allow hypothesizing that alterations of the biological circadian activity profile can contribute to the genesis of Depressive Disorders as predisposing factors. They could represent an important way to facilitate the identification of subjects already characterized by a particular vulnerability for depression in a premorbid phase of illness.
2008
Obiettivo. I disturbi depressivi sono alterazioni del tono dell’umore nelle quali intervengono fattori biologici, psicologici, genetici, sociali e culturali. Diversi studi suggeriscono che anomalie a livello dei ritmi circadiani possano essere coinvolte in tali disturbi. Mentre appare certo che tali anomalie siano di estrema rilevanza in una fase acuta di malattia, più limitato sembra invece il numero di studi atti a indagare il profilo generale di attività circadiana in una fase premorbosa di patologia. Metodi. È stato esaminato un gruppo di 206 soggetti affetti da disturbi depressivi secondo il DSM-IV confrontati con un campione di 206 individui sani. Tutti i partecipanti hanno compilato un questionario, finalizzato a raccogliere informazioni sulle principali funzioni biologiche ritmiche. Le differenze a questo livello sono state confrontate utilizzando l’analisi statistica della varianza (ANOVA). Risultati. Nell’“Età Adolescenziale” si è riscontrato, a livello del sonno, un anticipo dell’ora di risveglio di circa 20 minuti nei soggetti depressi rispetto ai controlli. Nell’“Età Giovanile” emerge, invece, una differenza statisticamente significativa (p=0,02) nell’orario di risveglio dei soggetti affetti da un disturbo depressivo rispetto ai sani, risultando mediamente anticipato di 39 minuti. Conclusioni. Si può ipotizzare che alterazioni dei ritmi biologici circadiani concorrano alla genesi dei disturbi depressivi come fattori predisponenti o precipitanti. Potrebbero, inoltre, rappresentare uno strumento in grado di facilitare l’individuazione di soggetti caratterizzati da una particolare vulnerabilità per tali disturbi già in una fase premorbosa della patologia.
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