Oggetto ti questa dissertazione è la scomparsa della diciottenne italo-pachistana Saman Abbas, presumibilmente uccisa dallo zio, come esecutore di una pressoché unanime sentenza di condanna a morte emanata dalla famiglia; il tutto in aderenza a uno schema ormai tristemente comune a queste vicende sempre più ricorrenti in Occidente. Se il cadavere della ragazza non è stato finora trovato, dalle intercettazioni telefoniche e dalle testimonianze del fratello (l’unico membro della famiglia che, coraggiosamente, ha denunciato l’accaduto) è emerso il seguente scenario che è stato ampiamente notiziato dai media: l’uccisione è stata descritta dai parenti della vittima come l’unica soluzione possibile, un atto difficilissimo ma necessario, commesso tra le lacrime per lavare l’onore della famiglia dal comportamento della giovane; comportamento che veniva percepito come atto di gravissima inadempienza rispetto al dovere di essere una buona musulmana. In merito Saman veniva accusata di non essere rispettosa dei precetti religiosi, non veniva accettato il suo rifiuto rispetto al suo destino di matrimonio combinato in Pakistan, non era tollerato il suo desiderio di vivere all’Occidentale (ed è emblematico in merito che sui social Saman usasse il nickname “Italian girl”).

Diversità che non arricchiscono. La questione dell’estraneità ostile nei reati culturalmente motivati

Antonello Ciccozzi
2021-01-01

Abstract

Oggetto ti questa dissertazione è la scomparsa della diciottenne italo-pachistana Saman Abbas, presumibilmente uccisa dallo zio, come esecutore di una pressoché unanime sentenza di condanna a morte emanata dalla famiglia; il tutto in aderenza a uno schema ormai tristemente comune a queste vicende sempre più ricorrenti in Occidente. Se il cadavere della ragazza non è stato finora trovato, dalle intercettazioni telefoniche e dalle testimonianze del fratello (l’unico membro della famiglia che, coraggiosamente, ha denunciato l’accaduto) è emerso il seguente scenario che è stato ampiamente notiziato dai media: l’uccisione è stata descritta dai parenti della vittima come l’unica soluzione possibile, un atto difficilissimo ma necessario, commesso tra le lacrime per lavare l’onore della famiglia dal comportamento della giovane; comportamento che veniva percepito come atto di gravissima inadempienza rispetto al dovere di essere una buona musulmana. In merito Saman veniva accusata di non essere rispettosa dei precetti religiosi, non veniva accettato il suo rifiuto rispetto al suo destino di matrimonio combinato in Pakistan, non era tollerato il suo desiderio di vivere all’Occidentale (ed è emblematico in merito che sui social Saman usasse il nickname “Italian girl”).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11697/199465
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact