Nell’epigramma 8, 70, Marziale elogia il patrono Nerva, futuro imperatore, come poeta che ha preferito bere a piccoli sorsi anche se poteva prosciugare la fonte del Permesso. Questo passo è stato inteso finora come una ripresa poco a fuoco del motivo dell’haustus ispiratore (secondo la linea inaugurata da Walter Wimmel, Kallimachos in Rom) o come una riproposizione fedele della recusatio augustea e dell’opposizione fra epos e generi minori (Nerva era poeta elegiaco). Il passo deve invece essere letto nel contesto del fare poesia di età flavia e soprattutto del fenomeno del dilettantismo letterario. Tramite una serie di confronti che privilegiano testi coevi, in particolare staziani, le immagini del sorso ampio e della sete limitata vengono risemantizzate in relazione alla questione dell’opportunità di esporsi o meno al giudizio del pubblico; il Permesso si conferma acqua d’amore ed elegiaca, ma di un’elegia che ha perso ogni carica polemica, di ordine tanto politico che letterario; i nobili materiali del callimachismo romano trovano una nuova funzione nel dialogo fra poeta professionale e patrono poeta dilettante. Più in sintesi, viene infine illustrato un successivo momento di questa comunicazione ‘da poeta a poeta’, quando con l’epigramma 9, 26 Marziale invia i propri carmina a Nerva.

l'illusione di Callimaco. Sorso ispiratore e strategie di comunicazione in Marziale 8, 70

MERLI, Elena
2009-01-01

Abstract

Nell’epigramma 8, 70, Marziale elogia il patrono Nerva, futuro imperatore, come poeta che ha preferito bere a piccoli sorsi anche se poteva prosciugare la fonte del Permesso. Questo passo è stato inteso finora come una ripresa poco a fuoco del motivo dell’haustus ispiratore (secondo la linea inaugurata da Walter Wimmel, Kallimachos in Rom) o come una riproposizione fedele della recusatio augustea e dell’opposizione fra epos e generi minori (Nerva era poeta elegiaco). Il passo deve invece essere letto nel contesto del fare poesia di età flavia e soprattutto del fenomeno del dilettantismo letterario. Tramite una serie di confronti che privilegiano testi coevi, in particolare staziani, le immagini del sorso ampio e della sete limitata vengono risemantizzate in relazione alla questione dell’opportunità di esporsi o meno al giudizio del pubblico; il Permesso si conferma acqua d’amore ed elegiaca, ma di un’elegia che ha perso ogni carica polemica, di ordine tanto politico che letterario; i nobili materiali del callimachismo romano trovano una nuova funzione nel dialogo fra poeta professionale e patrono poeta dilettante. Più in sintesi, viene infine illustrato un successivo momento di questa comunicazione ‘da poeta a poeta’, quando con l’epigramma 9, 26 Marziale invia i propri carmina a Nerva.
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