Regimi finanziari, leggi finanziarie e algoritmi di base

In alcuni recenti articoli, così come in Consulenze Tecniche d’Ufficio o di Parte e financo in motivazioni presenti in sentenze di merito di Tribunali Civili italiani sono risultate presenti definizioni non del tutto corrette riguardo ai regimi finanziari, alle sottostanti leggi finanziarie e agli algoritmi di riferimento necessari per i calcoli da effettuare. È d’uopo quindi ribadire in modo rigoroso tali concetti fondamentali, i loro collegamenti e le loro compatibilità o le loro eventuali incompatibilità. Un regime finanziario è un complesso di principi economico-finanziari e di convenzioni che regolano lo svolgimento di un’operazione finanziaria e permettono di definire le leggi finanziarie di capitalizzazione o di attualizzazione con cui effettuare (tramite gli algoritmi di riferimento del regime finanziario) le valutazioni connesse all’operazione stessa (rif. Giuseppe Varoli (Università di Bologna) – “Matematica Finanziaria” – pag. 16 – Edizioni Pàtron – 1983). Nella prassi finanziaria, per le valutazioni, vengono tradizionalmente adottati due specifici regimi finanziari: il regime finanziario della capitalizzazione composta e il regime finanziario della capitalizzazione semplice; in effetti, essi sono due particolari regimi, appartenenti alla famiglia dei regimi finanziari della capitalizzazione polinomiale, e si differenziano per le modalità di calcolo degli interessi e per il tempo di disponibilità degli stessi