I tassi d’interesse di computo sono i tassi in base ai quali, partendo dalle informazioni presenti nel contratto di mutuo, debbono essere effettuati i calcoli, con particolare riferimento alla definizione delle rate di ammortamento e delle quote di interessi (essendo conseguenti i calcoli relativi alle quote capitale e ai debiti residui). Le informazioni di cui sopra e in base alle quali è possibile differenziare i diversi algoritmi di calcolo sono le seguenti: 1. il regime finanziario di riferimento: regime finanziario della capitalizzazione composta (CC) (nel caso di sua adozione, la proprietà di scindibilità secondo Cantelli comporta la presenza di interessi su interessi precedentemente maturati) oppure regime finanziario della capitalizzazione semplice (CS.f) (nel caso di sua adozione, con riferimento alla scelta dell’epoca di equivalenza finanziaria finale, la proprietà di scindibilità parametrica secondo Insolera comporta l’assenza di interessi su interessi precedentemente maturati), 2. la tipologia del tasso (ipotizzato fisso) d’interesse annuo di riferimento: tasso annuo nominale TAN = jm, come accade tradizionalmente nel caso di mutui, oppure tasso annuo effettivo TAE = i , come accade tradizionalmente nel caso di operazioni di leasing. le diverse “convenzioni per il calcolo degli interessi”, rappresentate in termini d’anno, con evidenza del numero dei giorni effettivi considerati nel calcolo degli interessi in rapporto al numero dei giorni compresi nel periodo di riferimento. Per ciascuna delle sei convenzioni utilizzate è possibile definire i cosiddetti coefficienti di adeguamento temporale, i quali rappresentano le grandezze, in base alle quali effettuare l’adeguamento del tasso periodale ai diversi periodi di applicazione.

I tassi d’interesse di computo: definizioni e modalità di calcolo

Barracchini Carla
Methodology
;
2022-01-01

Abstract

I tassi d’interesse di computo sono i tassi in base ai quali, partendo dalle informazioni presenti nel contratto di mutuo, debbono essere effettuati i calcoli, con particolare riferimento alla definizione delle rate di ammortamento e delle quote di interessi (essendo conseguenti i calcoli relativi alle quote capitale e ai debiti residui). Le informazioni di cui sopra e in base alle quali è possibile differenziare i diversi algoritmi di calcolo sono le seguenti: 1. il regime finanziario di riferimento: regime finanziario della capitalizzazione composta (CC) (nel caso di sua adozione, la proprietà di scindibilità secondo Cantelli comporta la presenza di interessi su interessi precedentemente maturati) oppure regime finanziario della capitalizzazione semplice (CS.f) (nel caso di sua adozione, con riferimento alla scelta dell’epoca di equivalenza finanziaria finale, la proprietà di scindibilità parametrica secondo Insolera comporta l’assenza di interessi su interessi precedentemente maturati), 2. la tipologia del tasso (ipotizzato fisso) d’interesse annuo di riferimento: tasso annuo nominale TAN = jm, come accade tradizionalmente nel caso di mutui, oppure tasso annuo effettivo TAE = i , come accade tradizionalmente nel caso di operazioni di leasing. le diverse “convenzioni per il calcolo degli interessi”, rappresentate in termini d’anno, con evidenza del numero dei giorni effettivi considerati nel calcolo degli interessi in rapporto al numero dei giorni compresi nel periodo di riferimento. Per ciascuna delle sei convenzioni utilizzate è possibile definire i cosiddetti coefficienti di adeguamento temporale, i quali rappresentano le grandezze, in base alle quali effettuare l’adeguamento del tasso periodale ai diversi periodi di applicazione.
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