La poetessa di età ellenistica Edile di Samo rappresenta una delle molte voci autoriali femminili dimenticate della cultura letteraria greca: questo progetto di studio si prefigge l’intento di recuperare le testimonianze di tradizione indiretta pervenuteci a riguardo della poetessa e di riesaminarne i rapporti con frammenti di opere coeve, nonché l’eco e la possibile risonanza nell’ambito del successivo repertorio elegiaco romano-imperiale. Il mito rievocato da Edile nel frammento SH 456 è quello dell’amore infelice di Glauco per Scilla, mito che si ritrova in opere contemporanee alla poetessa, come il frammento di Escrione di Samo SH 5, e in Alessandro Etolo fr. 1 Powell, ma anche in opere di epoca successiva, come l’età romano-imperiale e, in particolar modo, nell’opera ovidiana Metamorphoseon Libri XV. La ricerca si prefigge l’intento di mettere a confronto questi brevi frammenti di opere tra loro, alla ricerca di possibili consonanze che testimonino l’influenza dell’opera della poetessa negli ambienti letterari ad essa contemporanei e, in particolar modo, successivi. Qualora il confronto tra le fonti, infatti, suggerisse l’effettiva presenza di analogie tematiche e/o linguistiche tra i componimenti coevi, e se venisse dimostrato che il frammento SH 456 abbia in qualche modo influenzato il passo ovidiano Met. 13, 898-14, 74, si riterrà necessario riflettere sulle motivazioni per le quali tanto l’opera di Edile che la figura poetica di Edile stessa siano state destinate all’oblio. Tentare di fornire una risposta a questi interrogativi potrebbe arricchire la nostra conoscenza non solo in merito alla fortuna della poetessa, ma di una importante branca della poesia ellenistica a cui una grande parte della critica ha relegato un ruolo marginale nella storia della cultura letteraria greca, ma la cui eco potrebbe invece aver influenzato una parte considerevole della poesia latina successiva.

Eco di sopravvivenze femminili nell'elegia ellenistica: il caso di Edile di Samo

Sara Elleboro
In corso di stampa

Abstract

La poetessa di età ellenistica Edile di Samo rappresenta una delle molte voci autoriali femminili dimenticate della cultura letteraria greca: questo progetto di studio si prefigge l’intento di recuperare le testimonianze di tradizione indiretta pervenuteci a riguardo della poetessa e di riesaminarne i rapporti con frammenti di opere coeve, nonché l’eco e la possibile risonanza nell’ambito del successivo repertorio elegiaco romano-imperiale. Il mito rievocato da Edile nel frammento SH 456 è quello dell’amore infelice di Glauco per Scilla, mito che si ritrova in opere contemporanee alla poetessa, come il frammento di Escrione di Samo SH 5, e in Alessandro Etolo fr. 1 Powell, ma anche in opere di epoca successiva, come l’età romano-imperiale e, in particolar modo, nell’opera ovidiana Metamorphoseon Libri XV. La ricerca si prefigge l’intento di mettere a confronto questi brevi frammenti di opere tra loro, alla ricerca di possibili consonanze che testimonino l’influenza dell’opera della poetessa negli ambienti letterari ad essa contemporanei e, in particolar modo, successivi. Qualora il confronto tra le fonti, infatti, suggerisse l’effettiva presenza di analogie tematiche e/o linguistiche tra i componimenti coevi, e se venisse dimostrato che il frammento SH 456 abbia in qualche modo influenzato il passo ovidiano Met. 13, 898-14, 74, si riterrà necessario riflettere sulle motivazioni per le quali tanto l’opera di Edile che la figura poetica di Edile stessa siano state destinate all’oblio. Tentare di fornire una risposta a questi interrogativi potrebbe arricchire la nostra conoscenza non solo in merito alla fortuna della poetessa, ma di una importante branca della poesia ellenistica a cui una grande parte della critica ha relegato un ruolo marginale nella storia della cultura letteraria greca, ma la cui eco potrebbe invece aver influenzato una parte considerevole della poesia latina successiva.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11697/230159
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