Le antiche vie della transumanza hanno rappresentato per secoli le arterie economiche principali delle comunità che vivevano principalmente nei territori dell’Abruzzo, del Molise e della Puglia. Già verso la fine del XIX secolo, la transumanza inizia a venir meno e questi suoli cominciano ad essere utilizzati maggiormente per fini agricoli con conseguente aumento della loro edificazione e infrastrutturazione. Inoltre, i processi di abbandono condussero all’occupazione abusiva di queste aree già intorno al 1920, tanto che i Regi Decreti del 1923 (n. 3244) e del 1927 (n. 2801) tentarono in qualche misura di arginarne gli effetti. Le normative successive cercarono di tutelarne sia la funzione identitaria sia di proteggere i suoli dall’occupazione edilizia e dalla conversione urbana. Il D.M. del 1980 introdusse infatti il Piano Quadro Tratturo a cui venne affidato il compito di analizzare lo stato di fatto circa la condizione di occupazione ed utilizzo dei sedimi dei tratturi in funzione della quale pianificare le opportune misure di tutela e vincoli. Ritardi nell’adozione dei PQT da parte dei comuni ed una scarsa azione di controllo delle trasformazioni urbane, hanno fatto sì che le misure di tutela venissero in parte disattese. Il presente lavoro ha come obiettivo quello di ricostruire i processi e le energie trasformative che hanno caratterizzato la rete dei principali tratturi dal secondo dopoguerra ad oggi, al fine di analizzare lo stato di occupazione del sedime e il diverso grado di pressione antropica che si rileva lungo questi percorsi. Tali informazioni sono infatti estremamente importanti per la gestione e la tutela efficiente della rete.

Scenari trasformativi nei contesti ad alto pregio culturale ed ambientale. Analisi lungo le antiche vie della transumanza

Francesco Zullo
;
Chiara Cattani;Cristina Montaldi;Emilio Marziali
2024-01-01

Abstract

Le antiche vie della transumanza hanno rappresentato per secoli le arterie economiche principali delle comunità che vivevano principalmente nei territori dell’Abruzzo, del Molise e della Puglia. Già verso la fine del XIX secolo, la transumanza inizia a venir meno e questi suoli cominciano ad essere utilizzati maggiormente per fini agricoli con conseguente aumento della loro edificazione e infrastrutturazione. Inoltre, i processi di abbandono condussero all’occupazione abusiva di queste aree già intorno al 1920, tanto che i Regi Decreti del 1923 (n. 3244) e del 1927 (n. 2801) tentarono in qualche misura di arginarne gli effetti. Le normative successive cercarono di tutelarne sia la funzione identitaria sia di proteggere i suoli dall’occupazione edilizia e dalla conversione urbana. Il D.M. del 1980 introdusse infatti il Piano Quadro Tratturo a cui venne affidato il compito di analizzare lo stato di fatto circa la condizione di occupazione ed utilizzo dei sedimi dei tratturi in funzione della quale pianificare le opportune misure di tutela e vincoli. Ritardi nell’adozione dei PQT da parte dei comuni ed una scarsa azione di controllo delle trasformazioni urbane, hanno fatto sì che le misure di tutela venissero in parte disattese. Il presente lavoro ha come obiettivo quello di ricostruire i processi e le energie trasformative che hanno caratterizzato la rete dei principali tratturi dal secondo dopoguerra ad oggi, al fine di analizzare lo stato di occupazione del sedime e il diverso grado di pressione antropica che si rileva lungo questi percorsi. Tali informazioni sono infatti estremamente importanti per la gestione e la tutela efficiente della rete.
2024
978-88-99237-59-2
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