Nel quadro delle problematiche connesse al progetto di recupero dei centri minori, la constatazione della casualità degli interventi di adeguamento tecnologico sui componenti edilizi pone la necessità della elaborazione di strumenti operativi capaci di ridurre la gratuità delle attuali prassi d'intervento. Il componente edilizio, nell’architettura di base, evidenzia la sua natura di “manufatto” che partecipa ad una sola regola performativa, quella della costruzione, per cui i valori materico-architettonici non sono mai separabili da quelli tecnico-costruttivi. In quest’ottica la dimensione operativa del micro-intervento è indagata rispetto ad un parametro di tipo oggettuale, come specifica del componente edilizio, e riferita ad una modalità attuativa del processo di gestione del costruito che non riguarda la sola eliminazione del degrado, ma la creazione di nuove idoneità funzionali alla luce di un “abitabilità storica”; e ad un parametro di tipo funzionale, ossia alla misura di un intervento che valuti quantitativamente il livello di trasformazione-conservazione indotta mediante un'operazione tecnica, e qualitativamente il livello di congruenza tra possibilità operative e necessità tecniche. La minimalità della trasformazione tiene conto quindi, della “operabilità” sul singolo componente, del “riconoscimento dei valori” espressi e della “ricerca di un limite” quale ambito tecnico dell’ottimalità. Il micro-intervento diviene un'azione di manutenzione sul componente con ridotte idoneità funzionali di cui è necessario valutare i parametri di opportunità, modalità e soglia.
La dimensione operativa del micro-intervento nella trasformazione controllata del componente edilizio
TOSONE, ALESSANDRA
2007-01-01
Abstract
Nel quadro delle problematiche connesse al progetto di recupero dei centri minori, la constatazione della casualità degli interventi di adeguamento tecnologico sui componenti edilizi pone la necessità della elaborazione di strumenti operativi capaci di ridurre la gratuità delle attuali prassi d'intervento. Il componente edilizio, nell’architettura di base, evidenzia la sua natura di “manufatto” che partecipa ad una sola regola performativa, quella della costruzione, per cui i valori materico-architettonici non sono mai separabili da quelli tecnico-costruttivi. In quest’ottica la dimensione operativa del micro-intervento è indagata rispetto ad un parametro di tipo oggettuale, come specifica del componente edilizio, e riferita ad una modalità attuativa del processo di gestione del costruito che non riguarda la sola eliminazione del degrado, ma la creazione di nuove idoneità funzionali alla luce di un “abitabilità storica”; e ad un parametro di tipo funzionale, ossia alla misura di un intervento che valuti quantitativamente il livello di trasformazione-conservazione indotta mediante un'operazione tecnica, e qualitativamente il livello di congruenza tra possibilità operative e necessità tecniche. La minimalità della trasformazione tiene conto quindi, della “operabilità” sul singolo componente, del “riconoscimento dei valori” espressi e della “ricerca di un limite” quale ambito tecnico dell’ottimalità. Il micro-intervento diviene un'azione di manutenzione sul componente con ridotte idoneità funzionali di cui è necessario valutare i parametri di opportunità, modalità e soglia.Pubblicazioni consigliate
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