Esiste una filosofia del populismo? Qual è il fondamento speculativo del sovranismo? La tendenza a fare proprie le più sgangherate rivendicazioni antiscientifiche, dal negazionismo climatico alle polemiche sui vaccini; la critica alla “casta” e l’antiparlamentarismo; l’indulgenza verso forme di illegalità di massa; un’insofferenza generalizzata per il sapere e gli “esperti”: tutto ciò potrebbe avere radici nel pensiero occidentale moderno? Contro l’idea secondo cui la ricerca di autorità e l’amore per la tradizione nasca dallo smarrimento prodotto dal tramonto degli assoluti – la «morte di Dio» –, Ronchi individua nella «moderna metafisica della libertà» la matrice concettuale del binomio populismo/sovranismo. Il quale rivela così di avere padri nobili e insospettabili: dal Dostoevskij del sottosuolo al Pasolini corsaro, dall’anarca di Stirner al Bartleby di Melville, senza trascurare la convergenza con le istanze più critiche del postmodernismo. “Libertà” è la parola d’ordine del populismo sovranista, una libertà esistenziale che sancisce il primato della volontà sull’intelletto. Gli appelli alla razionalità risultano dunque inefficaci nel contrastare i tratti razzisti e fascisti che accompagnano la narrazione populista: la battaglia antifascista deve fondarsi su una libertà reale e non promessa o immaginaria, a partire da una nuova concezione della verità come processo, come divenir vero.
Populismo/Sovranismo. Una illustre genealogia
Rocco Ronchi
2024-01-01
Abstract
Esiste una filosofia del populismo? Qual è il fondamento speculativo del sovranismo? La tendenza a fare proprie le più sgangherate rivendicazioni antiscientifiche, dal negazionismo climatico alle polemiche sui vaccini; la critica alla “casta” e l’antiparlamentarismo; l’indulgenza verso forme di illegalità di massa; un’insofferenza generalizzata per il sapere e gli “esperti”: tutto ciò potrebbe avere radici nel pensiero occidentale moderno? Contro l’idea secondo cui la ricerca di autorità e l’amore per la tradizione nasca dallo smarrimento prodotto dal tramonto degli assoluti – la «morte di Dio» –, Ronchi individua nella «moderna metafisica della libertà» la matrice concettuale del binomio populismo/sovranismo. Il quale rivela così di avere padri nobili e insospettabili: dal Dostoevskij del sottosuolo al Pasolini corsaro, dall’anarca di Stirner al Bartleby di Melville, senza trascurare la convergenza con le istanze più critiche del postmodernismo. “Libertà” è la parola d’ordine del populismo sovranista, una libertà esistenziale che sancisce il primato della volontà sull’intelletto. Gli appelli alla razionalità risultano dunque inefficaci nel contrastare i tratti razzisti e fascisti che accompagnano la narrazione populista: la battaglia antifascista deve fondarsi su una libertà reale e non promessa o immaginaria, a partire da una nuova concezione della verità come processo, come divenir vero.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.