Di cosa avevano paura: La storia del cimitero infantile tardo romano di Poggio Gramignano - Lugnano in Teverina di David Soren, Delaney Fisher, Roberto Montagnetti e Jordan Wilson racconta dell'epidemia che si ritiene fosse malaria da Plasmodium falciparum, diffusasi probabilmente lungo il fiume Tevere intorno al 450 d.C., penetrata in quest’area a causa del commercio con il Nord Africa di beni come il vino trasportato attraverso grandi anfore. L'epidemia causò aborti spontanei, neonati nati morti e decessi di bambini, per un totale di circa 62 individui. Essa generò anche un'immensa paura tra la popolazione di questa comunità. Gli infanti furono trovati con pietre conficcate nelle cavità orali e grandi pietre e altri materiali da costruzione posizionate su mani e piedi per impedire ai morti di risorgere e diventare revenant. Cuccioli di cane di circa 5-6 mesi furono anch'essi sacrificati, con uno addirittura tagliato in due, e associati alle sepolture dei bambini insieme ad altri reperti come: grandi calderoni di bronzo, una bambola d'osso senza braccia e gambe, resti di caprifoglio bruciato, un artiglio di corvo, parte di un portalucerne e altri oggetti. Gli scavi, eseguiti essenzialmente sotto la direzione dei principali autori, iniziati nel 1987 con il Dr. Soren e tuttora in corso, hanno portato alla luce la più grande villa romana finora scoperta in Umbria, a nord di Roma e a sud di Siena. Sebbene la società tardo romana di quel periodo fosse presumibilmente già convertita al cristianesimo, gli scavi non hanno trovato alcuna testimonianza della professione di tale fede sul sito e si crede che, per far fronte alle misteriose morti che stavano flagellando la comunità, si fece ricorso a pratiche e culti precedenti, soprattutto l’utilizzo di talismani per scongiurare il male.

SOREN D, DELANEY F, MONTAGNETTI R, PICKEL D, WILSON J (2024). Di cosa avevano paura? Il cimitero degli infanti di Poggio Gramignano in Umbria. Dubuque, IO, USA:Kendall Hunt Publishing Company, ISBN: 9798385138913

MONTAGNETTI R
;
2024-01-01

Abstract

Di cosa avevano paura: La storia del cimitero infantile tardo romano di Poggio Gramignano - Lugnano in Teverina di David Soren, Delaney Fisher, Roberto Montagnetti e Jordan Wilson racconta dell'epidemia che si ritiene fosse malaria da Plasmodium falciparum, diffusasi probabilmente lungo il fiume Tevere intorno al 450 d.C., penetrata in quest’area a causa del commercio con il Nord Africa di beni come il vino trasportato attraverso grandi anfore. L'epidemia causò aborti spontanei, neonati nati morti e decessi di bambini, per un totale di circa 62 individui. Essa generò anche un'immensa paura tra la popolazione di questa comunità. Gli infanti furono trovati con pietre conficcate nelle cavità orali e grandi pietre e altri materiali da costruzione posizionate su mani e piedi per impedire ai morti di risorgere e diventare revenant. Cuccioli di cane di circa 5-6 mesi furono anch'essi sacrificati, con uno addirittura tagliato in due, e associati alle sepolture dei bambini insieme ad altri reperti come: grandi calderoni di bronzo, una bambola d'osso senza braccia e gambe, resti di caprifoglio bruciato, un artiglio di corvo, parte di un portalucerne e altri oggetti. Gli scavi, eseguiti essenzialmente sotto la direzione dei principali autori, iniziati nel 1987 con il Dr. Soren e tuttora in corso, hanno portato alla luce la più grande villa romana finora scoperta in Umbria, a nord di Roma e a sud di Siena. Sebbene la società tardo romana di quel periodo fosse presumibilmente già convertita al cristianesimo, gli scavi non hanno trovato alcuna testimonianza della professione di tale fede sul sito e si crede che, per far fronte alle misteriose morti che stavano flagellando la comunità, si fece ricorso a pratiche e culti precedenti, soprattutto l’utilizzo di talismani per scongiurare il male.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11697/256044
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