Sulla base del carteggio fra i due studiosi conservato presso la Fondazione Giovanni Gentile per gli Studi Filosofici di Roma, il contributo ripercorre e analizza i rapporti intellettuali e personali, pubblici e privati fra il filosofo siciliano e Luigi Credaro. Fra i due studiosi, leader dei due orientamenti ideali che nei primi decenni del Novecento si contesero l’egemonia sulla cultura filosofico-pedagogica e sulla scuola italiana (da un lato il modello kantiano-herbartiano e positivista “critico”, che faceva capo al Valtellinese, inizialmente prevalente; dall’altro quello neo-idealistico dell’attualismo gentiliano) e che ne rappresentarono l’espressione anche sotto il profilo politico-istituzionale (furono entrambi Ministri della Pubblica Istruzione, il Valtellinese al culmine dell’età giolittiana, 1910-14, Gentile in apertura del ventennio fascista, 1922-24 – determinando, con la sua convinta adesione al PNF e al nascente regime e la sua riforma scolastica, la definitiva affermazione del suo schieramento), emergono altresì profonde differenze di carattere e di temperamento, oltre che nella concezione della vita e del confronto culturale. Ma l’autore nota anche una comune, profonda umanità nel sentire, che favorisce il progressivo consolidarsi, fra i due, di un sentimento di reciproca stima e rispetto e che sembra sfociare in una composta ma sincera amicizia. Il saggio figura nella prestigiosa cornice del volume che raccoglie gli atti del primo Convegno (Catania, 12-14 dicembre 1994) dedicato alla riflessione filosofico-pedagogica e alla politica scolastica di Giovanni Gentile, e ai loro rapporti, tenutosi in Italia dopo la sua scomparsa, ricorrendo il cinquantenario del tragico evento: per la precisione, fra gli ulteriori contributi che Giuseppe Spadafora, curatore del testo nonché organizzatore dell’assise, ha voluto inserire nel primo per arricchire il complesso e ambizioso disegno interpretativo delineato nell’impostazione della seconda.

This essay is a review and and analysis of the intellectual and personal relationships and contacts, both public and private between Giovanni Gentile and Luigi Credaro, basing on the correspondence between the two scholars presently stored at the Fondazione Giovanni Gentile per gli Studi Filosofici in Rome. Gentile and Credaro were both leaders of the two conceptual views that in the early 20th century fought for control over the philosophical and pedagogical culture and on the Italian school world, i.e. The Kant-Herbart, critical and positivist model followed by Credaro and that in the beginning was the hegemonic one, and the neo-idealist approach of Gentile's Actualist theory. Both philosophers were indeed the most complete expression of their own approach which they even implemented from the political and institutional point of view (as both of them were Ministers of Education, Credaro from 1910 to 1914 under the Giolitti government and Gentile from 1922 to 1924, at the dawn of the Fascist regime. Indeed, Gentile's eager joining of the Fascist Party and the adoption of his school system reform led to the final victory of his approach over Credaro's. This essay is part of the precious ensemble that collects the deeds of the first Meeting (Catania, December 12 to 14, 1994) dedicated to the philosophical and pedagogical thoughts of Giovanni Gentile and the latter's education policy as well as to the relationships between the two philosophers. The Meeting was held in the year of the fiftieth anniversary of Gentile's death and was the first meeting on this topic ever since the philosopher's death.

Giovanni Gentile-Luigi Credaro: due protagonisti a confronto fra “pubblico” e “privato”

D'ARCANGELI, MARCO ANTONIO
1997-01-01

Abstract

This essay is a review and and analysis of the intellectual and personal relationships and contacts, both public and private between Giovanni Gentile and Luigi Credaro, basing on the correspondence between the two scholars presently stored at the Fondazione Giovanni Gentile per gli Studi Filosofici in Rome. Gentile and Credaro were both leaders of the two conceptual views that in the early 20th century fought for control over the philosophical and pedagogical culture and on the Italian school world, i.e. The Kant-Herbart, critical and positivist model followed by Credaro and that in the beginning was the hegemonic one, and the neo-idealist approach of Gentile's Actualist theory. Both philosophers were indeed the most complete expression of their own approach which they even implemented from the political and institutional point of view (as both of them were Ministers of Education, Credaro from 1910 to 1914 under the Giolitti government and Gentile from 1922 to 1924, at the dawn of the Fascist regime. Indeed, Gentile's eager joining of the Fascist Party and the adoption of his school system reform led to the final victory of his approach over Credaro's. This essay is part of the precious ensemble that collects the deeds of the first Meeting (Catania, December 12 to 14, 1994) dedicated to the philosophical and pedagogical thoughts of Giovanni Gentile and the latter's education policy as well as to the relationships between the two philosophers. The Meeting was held in the year of the fiftieth anniversary of Gentile's death and was the first meeting on this topic ever since the philosopher's death.
1997
88-7144-648-8
Sulla base del carteggio fra i due studiosi conservato presso la Fondazione Giovanni Gentile per gli Studi Filosofici di Roma, il contributo ripercorre e analizza i rapporti intellettuali e personali, pubblici e privati fra il filosofo siciliano e Luigi Credaro. Fra i due studiosi, leader dei due orientamenti ideali che nei primi decenni del Novecento si contesero l’egemonia sulla cultura filosofico-pedagogica e sulla scuola italiana (da un lato il modello kantiano-herbartiano e positivista “critico”, che faceva capo al Valtellinese, inizialmente prevalente; dall’altro quello neo-idealistico dell’attualismo gentiliano) e che ne rappresentarono l’espressione anche sotto il profilo politico-istituzionale (furono entrambi Ministri della Pubblica Istruzione, il Valtellinese al culmine dell’età giolittiana, 1910-14, Gentile in apertura del ventennio fascista, 1922-24 – determinando, con la sua convinta adesione al PNF e al nascente regime e la sua riforma scolastica, la definitiva affermazione del suo schieramento), emergono altresì profonde differenze di carattere e di temperamento, oltre che nella concezione della vita e del confronto culturale. Ma l’autore nota anche una comune, profonda umanità nel sentire, che favorisce il progressivo consolidarsi, fra i due, di un sentimento di reciproca stima e rispetto e che sembra sfociare in una composta ma sincera amicizia. Il saggio figura nella prestigiosa cornice del volume che raccoglie gli atti del primo Convegno (Catania, 12-14 dicembre 1994) dedicato alla riflessione filosofico-pedagogica e alla politica scolastica di Giovanni Gentile, e ai loro rapporti, tenutosi in Italia dopo la sua scomparsa, ricorrendo il cinquantenario del tragico evento: per la precisione, fra gli ulteriori contributi che Giuseppe Spadafora, curatore del testo nonché organizzatore dell’assise, ha voluto inserire nel primo per arricchire il complesso e ambizioso disegno interpretativo delineato nell’impostazione della seconda.
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