La presenza sempre maggiore di tecnologie digitali all’interno delle città crea spazi urbani aventi nuovi significati e in cui nuovi processi sociali emergono. In questo contesto, caratterizzato da confini sempre più sfumati tra una dimensione pubblica e una privata, tra elementi fisici e digitali e tra luoghi diversi, occorre necessariamente riportare l’attenzione sul ruolo delle persone che vivono in queste città e sulle loro modalità di interazione all’internodi tali spazi. Infatti, se fino a qualche anno fa si erano diffuse espressioni come “smart city” e “digital city”, che ponevano l’accento esclusivamente sugli aspetti tecnici e tecnologici delle città del futuro, oggi il focus dovrebbe essere sulle modalità attraverso cui i servizi che nascono e si diffondono grazie a tali tecnologie possano rispondere ai bisogni delle persone e su quali sono i loro impatti a livello sociale. L’espressione “human-centered city” ben evidenzia l’approccio alla base di questo cambio di paradigma. L’autore conduce la ricerca intrecciando diverse discipline: la socio-semiotica, che consente di focalizzare sul senso dello spazio urbano e su come i processi sociali e le tecnologie contribuiscano a ri-crearlo; lo human-centered design, che mira a riflettere su come le soluzioni per gli spazi urbani possano essere realizzate sulla base di esigenze sociali condivise; la comunicazione pubblica, che intende focalizzare sull’importanza di riformulare la relazione tra Istituzioni e cittadini. I contributi provenienti da queste discipline consentono, infatti, di analizzare approfonditamente il contesto in cui i processi descritti si collocano, di focalizzare l’attenzione sulle sfide da affrontare e di costruire un approccio collaborativo che porti a realizzare città “human-centered”.

Human-centered cities. Significati, sfide e relazioni delle città del futuro

Opromolla A
2021-01-01

Abstract

La presenza sempre maggiore di tecnologie digitali all’interno delle città crea spazi urbani aventi nuovi significati e in cui nuovi processi sociali emergono. In questo contesto, caratterizzato da confini sempre più sfumati tra una dimensione pubblica e una privata, tra elementi fisici e digitali e tra luoghi diversi, occorre necessariamente riportare l’attenzione sul ruolo delle persone che vivono in queste città e sulle loro modalità di interazione all’internodi tali spazi. Infatti, se fino a qualche anno fa si erano diffuse espressioni come “smart city” e “digital city”, che ponevano l’accento esclusivamente sugli aspetti tecnici e tecnologici delle città del futuro, oggi il focus dovrebbe essere sulle modalità attraverso cui i servizi che nascono e si diffondono grazie a tali tecnologie possano rispondere ai bisogni delle persone e su quali sono i loro impatti a livello sociale. L’espressione “human-centered city” ben evidenzia l’approccio alla base di questo cambio di paradigma. L’autore conduce la ricerca intrecciando diverse discipline: la socio-semiotica, che consente di focalizzare sul senso dello spazio urbano e su come i processi sociali e le tecnologie contribuiscano a ri-crearlo; lo human-centered design, che mira a riflettere su come le soluzioni per gli spazi urbani possano essere realizzate sulla base di esigenze sociali condivise; la comunicazione pubblica, che intende focalizzare sull’importanza di riformulare la relazione tra Istituzioni e cittadini. I contributi provenienti da queste discipline consentono, infatti, di analizzare approfonditamente il contesto in cui i processi descritti si collocano, di focalizzare l’attenzione sulle sfide da affrontare e di costruire un approccio collaborativo che porti a realizzare città “human-centered”.
2021
979–12-80164–24‑7
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