Giovan Battista Valentino (1614-1678ca.), scrivano della Vicaria e poeta in lingua napoletana, intreccia satira e cronaca per raccontare le trasformazioni di Napoli dopo la peste del 1656. Nei suoi poemetti in ottava rima, Napole scontraffatto dapò la peste (1668), La Mezacanna co lo Vasciello de l’Arbascia (1669) e La Cecala Napoletana (1674), critica la corruzione, il mutamento dei costumi e il servilismo letterario, dando voce a una città in crisi e alla progressiva ascesa del ceto civile. Questo volume ne ricostruisce la figura e l’opera, offrendo un’analisi critica dei suoi testi.
Giovan Battista Valentino tra cronaca e poesia barocca
Di Maro Maria
2024-01-01
Abstract
Giovan Battista Valentino (1614-1678ca.), scrivano della Vicaria e poeta in lingua napoletana, intreccia satira e cronaca per raccontare le trasformazioni di Napoli dopo la peste del 1656. Nei suoi poemetti in ottava rima, Napole scontraffatto dapò la peste (1668), La Mezacanna co lo Vasciello de l’Arbascia (1669) e La Cecala Napoletana (1674), critica la corruzione, il mutamento dei costumi e il servilismo letterario, dando voce a una città in crisi e alla progressiva ascesa del ceto civile. Questo volume ne ricostruisce la figura e l’opera, offrendo un’analisi critica dei suoi testi.File in questo prodotto:
| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Di Maro Maria_Valentino.pdf
solo utenti autorizzati
Tipologia:
Documento in Versione Editoriale
Licenza:
Copyright dell'editore
Dimensione
2.59 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.59 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


