La crisi finanziaria del 2007, sfociata negli anni più recenti in una crisi economica di ampiezza mondiale e tutt’oggi ancora in atto, ha alterato in maniera sostanziale il funzionamento dei mercati, attraverso dinamiche spesso anomale se non sorprendentemente nuove per la teoria economica. Fin dalle sue origini, che risalgono appunto alla vicenda dei mutui subprime americani nell’estate del 2007, la crisi ha coinvolto pesantemente il settore bancario e finanziario, per poi coinvolgerlo ancora più profondamente con il fallimento della Lehman Brothers nel 2008 e provocando, come primo effetto eclatante, lo stallo del mercato interbancario, dovuto a un’elevata carenza di fiducia tra le stesse banche. Svariati sono stati gli interventi delle diverse banche centrali per far fronte alla gravità della situazione. In Europa, per esempio, la Banca centrale europea (Bce) ha messo in atto diverse misure, inizialmente di tipo standard e successivamente di natura non convenzionale, che hanno avuto solo in parte gli effetti sperati. In particolare il mercato del credito è risultato profondamente modificato a seguito della crisi e le cause di tale stravolgimento, senza dubbio prevedibile, sono molteplici e non univoche. Effetti simili a quelli riscontrati a livello europeo emergono anche dall’analisi dei mercati locali del credito. In Abruzzo, in particolare, considerando le peculiarità del settore bancario locale e tenendo in considerazione anche l’evento catastrofico del sisma subito nel 2009, la crisi ha inciso notevolmente sulla quantità di credito erogato. Non è nostra pretesa indagare in questa sede su quali leve abbiano contribuito, e in che misura, a influenzare il mercato del credito sia a livello europeo, sia nazionale, sia regionale. Ci si concentrerà invece sui finanziamenti alle imprese, nel tentativo di scorporare l’influenza sulla dinamica del mercato del credito delle componenti della domanda, in modo da potersi poi concentrare sul lato dell’offerta, per capire come si è evoluta, da che cosa è stata influenzata e come ha reagito agli interventi di politica economica. Questo percorso di analisi partirà a livello europeo, per poi convergere verso un ambito nazionale fino ad arrivare alle specificità del mercato abruzzese. Ciò consentirà di concentrarsi successivamente su un tema strettamente legato all’offerta di credito, il tema del razionamento del credito, ampiamente trattato nella teoria economica e più che mai rilevante in riferimento alla crisi in atto. L’analisi andrà avanti considerando, nel paragrafo 2, il caso specifico dell’offerta di credito e del razionamento delle banche abruzzesi, con particolare attenzione alla valutazione dei prenditori di fondi e delle garanzie offerte, da cui essi dipendono. Ciò consentirà di comprendere se gli interventi di politica monetaria della Banca centrale europea sul tasso di policy possano considerarsi efficaci per sostenere la crescita dell’economia e quindi controllare la solidità delle imprese. In tutta la trattazione, quando si parlerà di mercato del credito, si farà riferimento esclusivamente al credito alle imprese non finanziarie, che è l’oggetto della nostra analisi. L’articolo è organizzato come segue: nel primo paragrafo si analizzeranno le cause della stretta creditizia rilevata durante la crisi, cercando di mettere in luce gli effetti della domanda e dell’offerta sul mercato del credito al sistema produttivo in ambito prima europeo e poi italiano; nel secondo paragrafo si affronterà il caso dell’Abruzzo relativamente al mercato del credito negli ultimi anni; nel terzo e ultimo paragrafo si approfondirà il tema del razionamento del credito per capire se abbia svolto un ruolo durante la crisi nella nostra regione e se possa essere considerato uno degli elementi alla base della crisi del mercato del credito abruzzese.

Crisi economica e rischiosità dell’offerta di credito al settore produttivo in Abruzzo

GIALLONARDO, LUISA
;
2014-01-01

Abstract

La crisi finanziaria del 2007, sfociata negli anni più recenti in una crisi economica di ampiezza mondiale e tutt’oggi ancora in atto, ha alterato in maniera sostanziale il funzionamento dei mercati, attraverso dinamiche spesso anomale se non sorprendentemente nuove per la teoria economica. Fin dalle sue origini, che risalgono appunto alla vicenda dei mutui subprime americani nell’estate del 2007, la crisi ha coinvolto pesantemente il settore bancario e finanziario, per poi coinvolgerlo ancora più profondamente con il fallimento della Lehman Brothers nel 2008 e provocando, come primo effetto eclatante, lo stallo del mercato interbancario, dovuto a un’elevata carenza di fiducia tra le stesse banche. Svariati sono stati gli interventi delle diverse banche centrali per far fronte alla gravità della situazione. In Europa, per esempio, la Banca centrale europea (Bce) ha messo in atto diverse misure, inizialmente di tipo standard e successivamente di natura non convenzionale, che hanno avuto solo in parte gli effetti sperati. In particolare il mercato del credito è risultato profondamente modificato a seguito della crisi e le cause di tale stravolgimento, senza dubbio prevedibile, sono molteplici e non univoche. Effetti simili a quelli riscontrati a livello europeo emergono anche dall’analisi dei mercati locali del credito. In Abruzzo, in particolare, considerando le peculiarità del settore bancario locale e tenendo in considerazione anche l’evento catastrofico del sisma subito nel 2009, la crisi ha inciso notevolmente sulla quantità di credito erogato. Non è nostra pretesa indagare in questa sede su quali leve abbiano contribuito, e in che misura, a influenzare il mercato del credito sia a livello europeo, sia nazionale, sia regionale. Ci si concentrerà invece sui finanziamenti alle imprese, nel tentativo di scorporare l’influenza sulla dinamica del mercato del credito delle componenti della domanda, in modo da potersi poi concentrare sul lato dell’offerta, per capire come si è evoluta, da che cosa è stata influenzata e come ha reagito agli interventi di politica economica. Questo percorso di analisi partirà a livello europeo, per poi convergere verso un ambito nazionale fino ad arrivare alle specificità del mercato abruzzese. Ciò consentirà di concentrarsi successivamente su un tema strettamente legato all’offerta di credito, il tema del razionamento del credito, ampiamente trattato nella teoria economica e più che mai rilevante in riferimento alla crisi in atto. L’analisi andrà avanti considerando, nel paragrafo 2, il caso specifico dell’offerta di credito e del razionamento delle banche abruzzesi, con particolare attenzione alla valutazione dei prenditori di fondi e delle garanzie offerte, da cui essi dipendono. Ciò consentirà di comprendere se gli interventi di politica monetaria della Banca centrale europea sul tasso di policy possano considerarsi efficaci per sostenere la crescita dell’economia e quindi controllare la solidità delle imprese. In tutta la trattazione, quando si parlerà di mercato del credito, si farà riferimento esclusivamente al credito alle imprese non finanziarie, che è l’oggetto della nostra analisi. L’articolo è organizzato come segue: nel primo paragrafo si analizzeranno le cause della stretta creditizia rilevata durante la crisi, cercando di mettere in luce gli effetti della domanda e dell’offerta sul mercato del credito al sistema produttivo in ambito prima europeo e poi italiano; nel secondo paragrafo si affronterà il caso dell’Abruzzo relativamente al mercato del credito negli ultimi anni; nel terzo e ultimo paragrafo si approfondirà il tema del razionamento del credito per capire se abbia svolto un ruolo durante la crisi nella nostra regione e se possa essere considerato uno degli elementi alla base della crisi del mercato del credito abruzzese.
2014
9788815250872
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