«[Dalla nota introduttiva di Francesco Sabatini] Nel tardo medioevo, alcune circostanze decisive per la storia dell’intero Mezzogiorno d’italia – il costituirsi del grande regno unitario, sotto i normanni; il fissarsi della capitale a Napoli, sotto gli angioini; gli intensi rapporti stabiliti da Napoli con Firenze dalla fine del ’200 alla fine del ’400 e più tardi con le regioni del nord – ebbero un’influenza particolare sullo sviluppo delle comunicazioni in Abruzzo e sulle sorti di alcune sue città. in quei secoli acquistò un’importanza eccezionale proprio la “Via degli Abruzzi”, che metteva in collegamento Napoli soprattutto con l’Italia centrale (Umbria e Toscana) e, in secondo luogo, con la sfera adriatico-padana (Marche, Emilia, Lombardia, Veneto). In pratica, i traffici per via di terra tra la capitale del Regno e la maggior parte dell’Italia centro-settentrionale erano convogliati sulla via che dalla Campania risaliva la valle del Volturno, e attraverso la conca di Castel di Sangro, l’altipiano delle Cinquemiglia e la conca di Sulmona raggiungeva le gole di Popoli e qui si biforcava: a nord verso l’Aquila, l’Umbria e la Toscana; a est verso Pescara e l’itinerario costiero, per dirigersi a Bologna e oltre. Traffici commerciali, diplomatici, militari, culturali di primaria importanza (meritano un cenno, nel ’300, i passaggi di Giovanni Boccaccio) investirono questo itinerario e animarono la vita delle città abruzzesi. anche nei secoli successivi fu questo il percorso più battuto tra il Nord e il Sud d’italia: di qui penetrò l’esercito piemontese, in marcia dal confine del Tronto verso Napoli nell’ottobre del 1860». Dei continui traffici attraverso l’Appennino abruzzese gli studi riuniti nel volume esplorano la ricaduta sul piano della circolazione dei maestri, delle opere, dei repertori formali e iconografici con particolare riferimento all’età angioina, fornendo al contempo stimoli per ulteriori indirizzi di ricerca.

La Via degli Abruzzi e le arti nel Medioevo (secc. XIII-XV)

PASQUALETTI, CRISTIANA
2014-01-01

Abstract

«[Dalla nota introduttiva di Francesco Sabatini] Nel tardo medioevo, alcune circostanze decisive per la storia dell’intero Mezzogiorno d’italia – il costituirsi del grande regno unitario, sotto i normanni; il fissarsi della capitale a Napoli, sotto gli angioini; gli intensi rapporti stabiliti da Napoli con Firenze dalla fine del ’200 alla fine del ’400 e più tardi con le regioni del nord – ebbero un’influenza particolare sullo sviluppo delle comunicazioni in Abruzzo e sulle sorti di alcune sue città. in quei secoli acquistò un’importanza eccezionale proprio la “Via degli Abruzzi”, che metteva in collegamento Napoli soprattutto con l’Italia centrale (Umbria e Toscana) e, in secondo luogo, con la sfera adriatico-padana (Marche, Emilia, Lombardia, Veneto). In pratica, i traffici per via di terra tra la capitale del Regno e la maggior parte dell’Italia centro-settentrionale erano convogliati sulla via che dalla Campania risaliva la valle del Volturno, e attraverso la conca di Castel di Sangro, l’altipiano delle Cinquemiglia e la conca di Sulmona raggiungeva le gole di Popoli e qui si biforcava: a nord verso l’Aquila, l’Umbria e la Toscana; a est verso Pescara e l’itinerario costiero, per dirigersi a Bologna e oltre. Traffici commerciali, diplomatici, militari, culturali di primaria importanza (meritano un cenno, nel ’300, i passaggi di Giovanni Boccaccio) investirono questo itinerario e animarono la vita delle città abruzzesi. anche nei secoli successivi fu questo il percorso più battuto tra il Nord e il Sud d’italia: di qui penetrò l’esercito piemontese, in marcia dal confine del Tronto verso Napoli nell’ottobre del 1860». Dei continui traffici attraverso l’Appennino abruzzese gli studi riuniti nel volume esplorano la ricaduta sul piano della circolazione dei maestri, delle opere, dei repertori formali e iconografici con particolare riferimento all’età angioina, fornendo al contempo stimoli per ulteriori indirizzi di ricerca.
2014
9788889568392
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