La valle dell’Isarco, di origine glaciale e ubicata nelle Alpi centro-orientali, ospita importanti infrastrutture di trasporto che collegano l’Italia all’Europa centrale: la SS12 Alemagna, l’autostrada A22 e la ferrovia RFI Verona-Brennero. Nella valle è prevista anche la realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Capacità del Corridoio 1 del Trans-European Transport Network (TNT-T1), che collega Berlino a Palermo. Nella parte meridionale, tra Bolzano (260 m s.l.m.) e Bressanone (560 m s.l.m.), la valle risulta particolarmente stretta perché derivante dall’erosione fluviale avvenuta nei periodi interglaciali e le infrastrutture di trasporto sono state spesso realizzate a ridosso di ripide pareti rocciose, sottoponendole a condizioni di pericolo associate a caduta massi e rock-avalanche. Di conseguenza, per lungo tempo l’attenzione è stata rivolta quasi esclusivamente alla mitigazione del rischio associato a queste tipologie di frana, soprattutto per evitare il ripetersi di vittime e feriti. Ad esempio, con lo spostamento in sotterraneo della ferrovia, negli anni ’90, si è annullata questa condizione di rischio e si è evitata la gestione del sistema di Early Warning che era stato predisposto. Nell’ultima decade, però, l’attenzione si è lentamente spostata verso lo studio delle grandi frane a cinematica estremamente lenta, che stanno interagendo con infrastrutture di trasporto e con centri abitati. Infatti, sebbene portino difficilmente ad una distruzione repentina, questi tipi di frana provocherebbero danni ingenti alle strutture se non fossero riconosciuti, studiati e gestiti per tempo. Per le opere esistenti sarà necessario individuare interventi di mitigazione dei danni, ma per le opere pianificate è possibile modificarne l’ubicazione rispetto all’estensione delle aree in movimento. La memoria descrive tre casi di frane a cinematica estremamente lenta (velocità media di spostamento inferiore a 10 mm/anno) ubicati nella valle dell’Isarco, tra Bolzano e Bressanone. Le tre frane sono riattivazioni parziali di DGPV, sviluppatesi dopo l’ultima glaciazione in rocce vulcaniche o metamorfiche e si classificano come scorrimenti rotazionali profondi di roccia e detrito.

FRANE A CINEMATICA ESTREMAMENTE LENTA IN UNA VALLE GLACIALE DELLE ALPI CENTRO-ORIENTALI

SIMEONI, Lucia;
2013-01-01

Abstract

La valle dell’Isarco, di origine glaciale e ubicata nelle Alpi centro-orientali, ospita importanti infrastrutture di trasporto che collegano l’Italia all’Europa centrale: la SS12 Alemagna, l’autostrada A22 e la ferrovia RFI Verona-Brennero. Nella valle è prevista anche la realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Capacità del Corridoio 1 del Trans-European Transport Network (TNT-T1), che collega Berlino a Palermo. Nella parte meridionale, tra Bolzano (260 m s.l.m.) e Bressanone (560 m s.l.m.), la valle risulta particolarmente stretta perché derivante dall’erosione fluviale avvenuta nei periodi interglaciali e le infrastrutture di trasporto sono state spesso realizzate a ridosso di ripide pareti rocciose, sottoponendole a condizioni di pericolo associate a caduta massi e rock-avalanche. Di conseguenza, per lungo tempo l’attenzione è stata rivolta quasi esclusivamente alla mitigazione del rischio associato a queste tipologie di frana, soprattutto per evitare il ripetersi di vittime e feriti. Ad esempio, con lo spostamento in sotterraneo della ferrovia, negli anni ’90, si è annullata questa condizione di rischio e si è evitata la gestione del sistema di Early Warning che era stato predisposto. Nell’ultima decade, però, l’attenzione si è lentamente spostata verso lo studio delle grandi frane a cinematica estremamente lenta, che stanno interagendo con infrastrutture di trasporto e con centri abitati. Infatti, sebbene portino difficilmente ad una distruzione repentina, questi tipi di frana provocherebbero danni ingenti alle strutture se non fossero riconosciuti, studiati e gestiti per tempo. Per le opere esistenti sarà necessario individuare interventi di mitigazione dei danni, ma per le opere pianificate è possibile modificarne l’ubicazione rispetto all’estensione delle aree in movimento. La memoria descrive tre casi di frane a cinematica estremamente lenta (velocità media di spostamento inferiore a 10 mm/anno) ubicati nella valle dell’Isarco, tra Bolzano e Bressanone. Le tre frane sono riattivazioni parziali di DGPV, sviluppatesi dopo l’ultima glaciazione in rocce vulcaniche o metamorfiche e si classificano come scorrimenti rotazionali profondi di roccia e detrito.
2013
9788890642135
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