Nella Health Promoting School (HPS) l’attività fisica (AF) si colloca in una posizione di primo piano, essendo una delle otto aree costituenti. Alcuni indicatori di buone pratiche per l’HPS sono specificamente rivolti alle dimensioni riguardanti l’AF, compresa l’Educazione Fisica (EF) curriculare ed extra-curriculare. L’obiettivo è verificare quanto nell’assetto attuale della scuola italiana il ruolo dell’AF sia rispondente alle indicazioni per l’HPS, nel vissuto scolastico in un campione di giovani abruzzesi. Lo studio è retrospettivo in quanto i soggetti intervistati hanno riferito sulle passate esperienze scolastiche riguardanti l’EF e la pratica di AF, rispetto a quanto raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’HPS. Il campione è stato reclutato su base volontaria, nel mese di marzo 2009, presso gli studenti universitari del corso di laurea triennale in Scienze Motorie dell’Università dell’Aquila. Sono stati raccolti 200 questionari. Lo strumento è composto da 22 domande chiuse con risposta su una scala di giudizi ordinali che, ai fini dell’elaborazione, sono state trasformate in scale di intervallo numeriche (da 1 a 5) tipo Likert. Gli items, poi, sono stati raggruppati secondo domini di contenuto, costituendo tre macrovariabili: Politiche della scuola per l’AF e l’Educazione Motoria; Orientamento al potenziamento della salute nell’EF; Qualità della didattica dell’Educazione Motoria. L’aggregazione degli items è stata stabilita su una valutazione di facciata e confermata dall’analisi fattoriale esplorativa. Sono stati verificati l’associazione tra variabili (test del Chi quadrato) e modelli di regressione lineare sia quantitativa che logistica. I giudizi migliori riguardano la macroarea della Qualità della didattica (valore medio su una scala da 1 a 5 pari a 3.03, ds 0.64), seguita dall’Orientamento per la salute (media 1.90, ds 0.57) e dalle Politiche scolastiche (media 1.35, ds 0.46). L’influenza riconosciuta alla scuola sul proprio atteggiamento nei confronti dello stile di vita attivo risulta correlato significativamente all’esperienza didattica e meno e solo per le femmine a esplicite attività orientate alla prevenzione e promozione di comportamenti salubri. Le politiche della scuola nell’area dell’AF, sembrano meno influenti, probabilmente perché un campo d’azione ancora poco implementato e, quindi, poco riconoscibile dagli studenti, disomogeneo e legato a iniziative sporadiche e poco strutturate. Lo studio conferma la necessità di valorizzare l’AF nella scuola secondaria, non solo nella dimensione didattica ma per le sue implicazioni e potenzialità nella promozione della salute delle persone che vi vivono e vi lavorano insieme.

L’attività fisica nella scuola promotrice di salute:studio retrospettivo su un campione di studenti universitari

SCATIGNA, MARIA;FABIANI, Leila
2009-01-01

Abstract

Nella Health Promoting School (HPS) l’attività fisica (AF) si colloca in una posizione di primo piano, essendo una delle otto aree costituenti. Alcuni indicatori di buone pratiche per l’HPS sono specificamente rivolti alle dimensioni riguardanti l’AF, compresa l’Educazione Fisica (EF) curriculare ed extra-curriculare. L’obiettivo è verificare quanto nell’assetto attuale della scuola italiana il ruolo dell’AF sia rispondente alle indicazioni per l’HPS, nel vissuto scolastico in un campione di giovani abruzzesi. Lo studio è retrospettivo in quanto i soggetti intervistati hanno riferito sulle passate esperienze scolastiche riguardanti l’EF e la pratica di AF, rispetto a quanto raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’HPS. Il campione è stato reclutato su base volontaria, nel mese di marzo 2009, presso gli studenti universitari del corso di laurea triennale in Scienze Motorie dell’Università dell’Aquila. Sono stati raccolti 200 questionari. Lo strumento è composto da 22 domande chiuse con risposta su una scala di giudizi ordinali che, ai fini dell’elaborazione, sono state trasformate in scale di intervallo numeriche (da 1 a 5) tipo Likert. Gli items, poi, sono stati raggruppati secondo domini di contenuto, costituendo tre macrovariabili: Politiche della scuola per l’AF e l’Educazione Motoria; Orientamento al potenziamento della salute nell’EF; Qualità della didattica dell’Educazione Motoria. L’aggregazione degli items è stata stabilita su una valutazione di facciata e confermata dall’analisi fattoriale esplorativa. Sono stati verificati l’associazione tra variabili (test del Chi quadrato) e modelli di regressione lineare sia quantitativa che logistica. I giudizi migliori riguardano la macroarea della Qualità della didattica (valore medio su una scala da 1 a 5 pari a 3.03, ds 0.64), seguita dall’Orientamento per la salute (media 1.90, ds 0.57) e dalle Politiche scolastiche (media 1.35, ds 0.46). L’influenza riconosciuta alla scuola sul proprio atteggiamento nei confronti dello stile di vita attivo risulta correlato significativamente all’esperienza didattica e meno e solo per le femmine a esplicite attività orientate alla prevenzione e promozione di comportamenti salubri. Le politiche della scuola nell’area dell’AF, sembrano meno influenti, probabilmente perché un campo d’azione ancora poco implementato e, quindi, poco riconoscibile dagli studenti, disomogeneo e legato a iniziative sporadiche e poco strutturate. Lo studio conferma la necessità di valorizzare l’AF nella scuola secondaria, non solo nella dimensione didattica ma per le sue implicazioni e potenzialità nella promozione della salute delle persone che vi vivono e vi lavorano insieme.
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