Il testo preso in esame, la dedica a Ludovico il Germanico che apre il Liber evangeliorum di Otfrid von Weißenburg, è stato finora trascurato e in parte frainteso dalla critica. L’analisi qui condotta evidenzia che esso partecipa di diversi generi letterari: presenta molti elementi del panegirico, contiene l’esplicita dedica dell’opera al sovrano e la richiesta di diffonderla, ed è percorso da continue espressioni di gratitudine e di augurio che ricordano da vicino le acclamationes con cui si celebrano le vittorie dei sovrani soprattutto carolingi. I 96 versi in volgare tedesco della dedica vengono esaminati in dettaglio, anche nella stretta relazione che li lega all’acrotelestico latino che li incornicia, e accostati ad altri passi di contenuto analogo (la seconda parte del capitolo I,1 dello stesso Liber evangeliorum, contenente la cosiddetta laus Francorum, e il Ludwigslied, un poemetto dedicato al re Ludovico III dei Franchi occidentali in occasione della vittoria sui Normanni a Saucourt dell’881). L’analisi evidenzia una strutturazione del testo in tre parti. L’inizio contiene una sorta di presentazione del re e ne loda le virtù, laddove viene ripreso, variato e ampliato il binomio tradizionale di sapientia e fortitudo. Della parte centrale, quella finora più radicalmente misconosciuta nella letteratura secondaria, si mette in luce la peculiarità: il lungo passo, apparentemente inteso a tracciare una sorta di biografia del sovrano e a cantarne le gesta, è retto quasi interamente dal serrato paragone tra Ludovico e il re biblico Davide, di entrambi sottolineando non tanto i trionfi quanto la pazienza e la sopportazione di fronte alle molteplici avversità che tormentano i loro regni; le scelte lessicali, considerate nel contesto del poema tutto, accennano implicitamente la rappresentazione di Ludovico come figura Christi. Nella parte finale gli auguri, rivolti qui, oltre che al sovrano, anche a tutta la sua famiglia, riguardano soprattutto la vita dopo la morte; in questo contesto, pochi versi prima della chiusa, è collocata la dedica vera e propria. Il dato, singolare per una dedica, dell’uso della terza persona (v. 87: ‘per lui compongo quest’opera’) risulta all’interpretazione coerente con l’impostazione del testo .

Das Evangelienbuch Otfrids von Weissenburg und Ludwig der Deutsche

STAITI, CHIARA CLEMENTINA MARIA
2004-01-01

Abstract

Il testo preso in esame, la dedica a Ludovico il Germanico che apre il Liber evangeliorum di Otfrid von Weißenburg, è stato finora trascurato e in parte frainteso dalla critica. L’analisi qui condotta evidenzia che esso partecipa di diversi generi letterari: presenta molti elementi del panegirico, contiene l’esplicita dedica dell’opera al sovrano e la richiesta di diffonderla, ed è percorso da continue espressioni di gratitudine e di augurio che ricordano da vicino le acclamationes con cui si celebrano le vittorie dei sovrani soprattutto carolingi. I 96 versi in volgare tedesco della dedica vengono esaminati in dettaglio, anche nella stretta relazione che li lega all’acrotelestico latino che li incornicia, e accostati ad altri passi di contenuto analogo (la seconda parte del capitolo I,1 dello stesso Liber evangeliorum, contenente la cosiddetta laus Francorum, e il Ludwigslied, un poemetto dedicato al re Ludovico III dei Franchi occidentali in occasione della vittoria sui Normanni a Saucourt dell’881). L’analisi evidenzia una strutturazione del testo in tre parti. L’inizio contiene una sorta di presentazione del re e ne loda le virtù, laddove viene ripreso, variato e ampliato il binomio tradizionale di sapientia e fortitudo. Della parte centrale, quella finora più radicalmente misconosciuta nella letteratura secondaria, si mette in luce la peculiarità: il lungo passo, apparentemente inteso a tracciare una sorta di biografia del sovrano e a cantarne le gesta, è retto quasi interamente dal serrato paragone tra Ludovico e il re biblico Davide, di entrambi sottolineando non tanto i trionfi quanto la pazienza e la sopportazione di fronte alle molteplici avversità che tormentano i loro regni; le scelte lessicali, considerate nel contesto del poema tutto, accennano implicitamente la rappresentazione di Ludovico come figura Christi. Nella parte finale gli auguri, rivolti qui, oltre che al sovrano, anche a tutta la sua famiglia, riguardano soprattutto la vita dopo la morte; in questo contesto, pochi versi prima della chiusa, è collocata la dedica vera e propria. Il dato, singolare per una dedica, dell’uso della terza persona (v. 87: ‘per lui compongo quest’opera’) risulta all’interpretazione coerente con l’impostazione del testo .
2004
3-534-17308-2
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