INTRODUZIONE La procedura di bypass extra-intracaranico è una metodica chirurgica di rivascolarizzazione cerebrale per il trattamento di lesioni aneurismatiche cerebrali complesse. Negli anni 70, Yasargil fu il primo a descriverla con un successivo incremento dell’utilizzo della tecnica. Tuttavia, nell’ ultimo ventennio l’avvento e lo sviluppo delle procedure chirurgiche endovascolari ha offerto una valida alternativa a queste tecniche di rivascolarizzazione riducendone inevitabilmente l’indicazione e l’applicazione. OBIETTIVI Gli autori riportano la loro esperienza con le tecniche di rivascolarizzazione cerebrale mediante bypass intra-extracranico ad alto flusso con i risultati ottenuti, rivedendo la letteratura corrente. Materiali and metodi: Tra il Gennaio 1990 ed il Dicembre 2013, sono stati trattati 19 pazienti, 8 uomini ed 11 donne, portatori di aneurismi giganti, trattati con bypass intra-extracranico ad alto flusso mediante graft di vena safena associato a trapping. Nel pre-operatorio, in tutti i casi è stato eseguito un test di occlusione carotidea (BOT) per verificare il compenso arterioso controlaterale. Gli aneurismi erano presenti in 11 pazienti a carico del sifone carotideo, in 3 casi le lesioni interessavano la biforcazione carotidea, 3 pazienti lo presentavano a carico dell’arteria cerebrale media, in un paziente interessava l’arteria cerebrale posteriore (tratto P1/P2) ed in un caso la lesione aneurismatica era localizzata a livello dell’arteria vertebrale/PICA. Il follow-up, compreso tra i 3 ed i 62 mesi, è stato eseguito con controlli angiografici ed esami RM con sequenze angio, che hanno valutato sia l’esclusione dell’aneurisma dal circolo che la pervietà del graft. RISULTATI E CONCLUSIONI Tutti gli aneurismi trattati sono stati esclusi dal circolo cerebrale tranne in 2 casi. Si sono verificati 2 casi di occlusione del bypass in seguito ai quali, in un caso il paziente è deceduto ed in un altro si è verificata una severa emiparesi. In un caso il bypass è stato preservato mediante una procedura di stenting del graft venoso che dopo alcuni mesi aveva presentato una stenosi segmentale. Le tecniche endovascolari hanno reso sempre meno frequente l’utilizzo delle procedure di rivascolarizzazione mediante la tecnica di bypass intra-extracranico. Tuttavia, nella nostra esperienza e rivalutando i risultati della letteratura più recente, tale procedura resta comunque una opzione valida per il trattamento delle lesioni più complesse specie quando le tecniche endovascolari non hanno campo di applicazione.

TRATTAMENTO DEGLI ANEURISMI INTRACRANICI GIGANTI MEDIANTE BYPASS INTRA-EXTRACRANICO AD ALTO FLUSSO: LA NOSTRA ESPERIENZA

GALZIO, RENATO
2014-01-01

Abstract

INTRODUZIONE La procedura di bypass extra-intracaranico è una metodica chirurgica di rivascolarizzazione cerebrale per il trattamento di lesioni aneurismatiche cerebrali complesse. Negli anni 70, Yasargil fu il primo a descriverla con un successivo incremento dell’utilizzo della tecnica. Tuttavia, nell’ ultimo ventennio l’avvento e lo sviluppo delle procedure chirurgiche endovascolari ha offerto una valida alternativa a queste tecniche di rivascolarizzazione riducendone inevitabilmente l’indicazione e l’applicazione. OBIETTIVI Gli autori riportano la loro esperienza con le tecniche di rivascolarizzazione cerebrale mediante bypass intra-extracranico ad alto flusso con i risultati ottenuti, rivedendo la letteratura corrente. Materiali and metodi: Tra il Gennaio 1990 ed il Dicembre 2013, sono stati trattati 19 pazienti, 8 uomini ed 11 donne, portatori di aneurismi giganti, trattati con bypass intra-extracranico ad alto flusso mediante graft di vena safena associato a trapping. Nel pre-operatorio, in tutti i casi è stato eseguito un test di occlusione carotidea (BOT) per verificare il compenso arterioso controlaterale. Gli aneurismi erano presenti in 11 pazienti a carico del sifone carotideo, in 3 casi le lesioni interessavano la biforcazione carotidea, 3 pazienti lo presentavano a carico dell’arteria cerebrale media, in un paziente interessava l’arteria cerebrale posteriore (tratto P1/P2) ed in un caso la lesione aneurismatica era localizzata a livello dell’arteria vertebrale/PICA. Il follow-up, compreso tra i 3 ed i 62 mesi, è stato eseguito con controlli angiografici ed esami RM con sequenze angio, che hanno valutato sia l’esclusione dell’aneurisma dal circolo che la pervietà del graft. RISULTATI E CONCLUSIONI Tutti gli aneurismi trattati sono stati esclusi dal circolo cerebrale tranne in 2 casi. Si sono verificati 2 casi di occlusione del bypass in seguito ai quali, in un caso il paziente è deceduto ed in un altro si è verificata una severa emiparesi. In un caso il bypass è stato preservato mediante una procedura di stenting del graft venoso che dopo alcuni mesi aveva presentato una stenosi segmentale. Le tecniche endovascolari hanno reso sempre meno frequente l’utilizzo delle procedure di rivascolarizzazione mediante la tecnica di bypass intra-extracranico. Tuttavia, nella nostra esperienza e rivalutando i risultati della letteratura più recente, tale procedura resta comunque una opzione valida per il trattamento delle lesioni più complesse specie quando le tecniche endovascolari non hanno campo di applicazione.
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