I biofilm rappresentano un microambiente molto dinamico nel quale avvengono scambi di molecole enzimatiche, proteiche, ma anche di materiale genetico. Il fallimento della terapia antibiotica nelle più comuni patologie recidivanti, ricorrenti e croniche del distretto ORL può essere ascritto ad un complesso di fattori pertinenti all’ospite, all’ambiente, ai microrganismi o alla terapia farmacologia. Tra le motivazioni della refrattarietà delle patologie infettive merita un posto di qualche rilievo il fenomeno della formazione dei biofilm batterici. Queste complesse organizzazioni tridimensionali rappresentano una modalità di crescita protetta, che rende i batteri altamente resistenti ai meccanismi di difesa messi in atto dall’organismo umano così come ai trattamenti antibiotici. Dai biofilm si distaccano microrganismi isolati, determinanti per le riacutizzazioni delle patologie infettive delle prime vie respiratorie. Gli antibiotici efficaci contro cellule quiescenti (quali i fluorochinolonici) sono più appropriati rispetto agli antibiotici più tradizionali (come i Beta-lattamici), che riconoscono quale loro target le cellule in fase di attiva proliferazione. D’altro canto alcuni macrolidi (es. claritromicina ed eritromicina) sarebbero in grado di inibire la formazione di biofilm per proprietà ulteriori rispetto alla efficacia antibatterica, di natura antinfiammatoria e immunomodulatrice, quali riduzione della chemiotassi neutrofila, riduzione della produzione di citochine, iporegolazione delle molecole di adesione, riduzione della generazione di radicali liberi, incremento della apoptosi neutrofila e riduzione della produzione di muco con miglioramento della clearance mucocilare. E’ interessante notare che i macrolidi in concentrazioni subcliniche possono stimolare la fagocitosi di biofilm di P. aeruginosa e interferire con i sistemi di comunicazione all’interno della comunità batterica. La moxifloxacina, un fluorochinolone orale di quarta generazione, si è dimostrata efficace nei confronti di biofilm formati tanto da batteri Gram-positivi che Gram-negativi. A concentrazioni facilmente raggiungibili con la somministrazione orale, il farmaco ha confermato le sue capacità di distruzione di biofilm nei diversi stadi di maturazione anche nel caso dei patogeni elettivi per le vie respiratorie. Sono allo studio varianti tecnologiche nella scelta dei materiali, che costituiscono protesi e dispositivi in modo da “scoraggiare” la proliferazione di biofilm. In particolare per quanto riguarda i tubicini di drenaggio transtimpanico sono stati proposti trattamenti di ionizzazione dei tubicini fluoroplastici e di quelli in silicone.

I biofilm batterici nella patologia cronica di competenza ORL

DI BENEDETTO, MARIA DOMENICA;LAURIELLO, MARIA;
2008-01-01

Abstract

I biofilm rappresentano un microambiente molto dinamico nel quale avvengono scambi di molecole enzimatiche, proteiche, ma anche di materiale genetico. Il fallimento della terapia antibiotica nelle più comuni patologie recidivanti, ricorrenti e croniche del distretto ORL può essere ascritto ad un complesso di fattori pertinenti all’ospite, all’ambiente, ai microrganismi o alla terapia farmacologia. Tra le motivazioni della refrattarietà delle patologie infettive merita un posto di qualche rilievo il fenomeno della formazione dei biofilm batterici. Queste complesse organizzazioni tridimensionali rappresentano una modalità di crescita protetta, che rende i batteri altamente resistenti ai meccanismi di difesa messi in atto dall’organismo umano così come ai trattamenti antibiotici. Dai biofilm si distaccano microrganismi isolati, determinanti per le riacutizzazioni delle patologie infettive delle prime vie respiratorie. Gli antibiotici efficaci contro cellule quiescenti (quali i fluorochinolonici) sono più appropriati rispetto agli antibiotici più tradizionali (come i Beta-lattamici), che riconoscono quale loro target le cellule in fase di attiva proliferazione. D’altro canto alcuni macrolidi (es. claritromicina ed eritromicina) sarebbero in grado di inibire la formazione di biofilm per proprietà ulteriori rispetto alla efficacia antibatterica, di natura antinfiammatoria e immunomodulatrice, quali riduzione della chemiotassi neutrofila, riduzione della produzione di citochine, iporegolazione delle molecole di adesione, riduzione della generazione di radicali liberi, incremento della apoptosi neutrofila e riduzione della produzione di muco con miglioramento della clearance mucocilare. E’ interessante notare che i macrolidi in concentrazioni subcliniche possono stimolare la fagocitosi di biofilm di P. aeruginosa e interferire con i sistemi di comunicazione all’interno della comunità batterica. La moxifloxacina, un fluorochinolone orale di quarta generazione, si è dimostrata efficace nei confronti di biofilm formati tanto da batteri Gram-positivi che Gram-negativi. A concentrazioni facilmente raggiungibili con la somministrazione orale, il farmaco ha confermato le sue capacità di distruzione di biofilm nei diversi stadi di maturazione anche nel caso dei patogeni elettivi per le vie respiratorie. Sono allo studio varianti tecnologiche nella scelta dei materiali, che costituiscono protesi e dispositivi in modo da “scoraggiare” la proliferazione di biofilm. In particolare per quanto riguarda i tubicini di drenaggio transtimpanico sono stati proposti trattamenti di ionizzazione dei tubicini fluoroplastici e di quelli in silicone.
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