La tesi che voglio avanzare a proposito della Critica è che in essa la metafisica bergsoniana è presente ed operante. Come tutti i giovani filosofi della sua generazione, Sartre si era imbevuto di bergsonismo. Gli doveva, come racconta lui stesso, addirittura la passione per la filosofia. Non fosse stato per Bergson l’attività di letterato lo avrebbe occupato a tempo pieno. Tuttavia la presenza bergsoniana nella Critica non è una semplice eco di antiche letture. Essa agisce in profondità, concerne la “cosa stessa” intenzionata da Sartre nella sua monumentale e difficile opera della fine degli anni ‘50. La mia tesi è che la soluzione del problema metafisico fondamentale (vale a dire il rapporto unità-molteplicità) trovata da Bergson ne L’introduzione alla metafisica sia di fatto replicata, senza consapevolezza da parte dell’autore, nella sua concezione della storia e fornisca la chiave della sua intelligibilità, sia della intelligibilità della storia intesa come storia “costituente” sia della sua intelligibilità come storia “costituita”. La concezione sartriana della storia risulterebbe dalla dialettizzazione dell’assoluto bergsoniano. Con tale espressione intendo il ricorso alla negazione determinata per spiegare il rapporto unità-molteplicità.

Onkos. Radici bergsoniane del primo tomo della Critica della ragion dialetti

RONCHI, ROCCO
2012-01-01

Abstract

La tesi che voglio avanzare a proposito della Critica è che in essa la metafisica bergsoniana è presente ed operante. Come tutti i giovani filosofi della sua generazione, Sartre si era imbevuto di bergsonismo. Gli doveva, come racconta lui stesso, addirittura la passione per la filosofia. Non fosse stato per Bergson l’attività di letterato lo avrebbe occupato a tempo pieno. Tuttavia la presenza bergsoniana nella Critica non è una semplice eco di antiche letture. Essa agisce in profondità, concerne la “cosa stessa” intenzionata da Sartre nella sua monumentale e difficile opera della fine degli anni ‘50. La mia tesi è che la soluzione del problema metafisico fondamentale (vale a dire il rapporto unità-molteplicità) trovata da Bergson ne L’introduzione alla metafisica sia di fatto replicata, senza consapevolezza da parte dell’autore, nella sua concezione della storia e fornisca la chiave della sua intelligibilità, sia della intelligibilità della storia intesa come storia “costituente” sia della sua intelligibilità come storia “costituita”. La concezione sartriana della storia risulterebbe dalla dialettizzazione dell’assoluto bergsoniano. Con tale espressione intendo il ricorso alla negazione determinata per spiegare il rapporto unità-molteplicità.
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