“Salvare le parole dalla loro vanità, dalla loro vacuità, rendendole consistenti, forgiandole durevolmente, è lo scopo che persegue, benché inconsciamente, chi scrive davvero” . Queste parole scritte da María Zambrano (Vélez-Malaga 1904 / Madrid 1991) con il corpo e con la mente, sono consacrate all’espressione della sua esperienza di pensatrice durante gli anni dell’esilio, trascorsi prevalentemente in America Latina. La crescente attenzione nei riguardi di questa “filosofa originale”, considerata una “pensatrice di confine” tra la ragione e l’emozione, tra la mente e il cuore, tra la modulazione ontologica e quella poetica, è ormai testimoniata da una letteratura sempre più fitta che ha un punto centrale di riferimento in Armando Savignano, uno tra gli esponenti più autorevoli dell’ispanismo filosofico in Italia.

Maria Zambrano e la Ragione Poetica. Una rilettura di A. Savignano

PARENTE, LUCIA MARIA GRAZIA
2008-01-01

Abstract

“Salvare le parole dalla loro vanità, dalla loro vacuità, rendendole consistenti, forgiandole durevolmente, è lo scopo che persegue, benché inconsciamente, chi scrive davvero” . Queste parole scritte da María Zambrano (Vélez-Malaga 1904 / Madrid 1991) con il corpo e con la mente, sono consacrate all’espressione della sua esperienza di pensatrice durante gli anni dell’esilio, trascorsi prevalentemente in America Latina. La crescente attenzione nei riguardi di questa “filosofa originale”, considerata una “pensatrice di confine” tra la ragione e l’emozione, tra la mente e il cuore, tra la modulazione ontologica e quella poetica, è ormai testimoniata da una letteratura sempre più fitta che ha un punto centrale di riferimento in Armando Savignano, uno tra gli esponenti più autorevoli dell’ispanismo filosofico in Italia.
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