Tempo, spazio e architetture rappresentano le chiavi di lettura di questo studio; parole che, parafrasando il titolo di un’opera chiave della storia dell’architettura moderna (Siegfried Giedion, Space, Time and Architecture: The Growth of a New Tradition, 1941), raggelano l’identità urbana ed edilizia di Avezzano: una città di cento anni o poco più. Una storia “vera” nella cui pianificazione urbana ed edilizia, ripercorsa a partire dagli anni quaranta dell’Ottocento e fino e oltre il sisma del 1915, ritornano sia i modelli sistini sia il tecnologismo ottocentesco, a cui Giedion riconduce la continuità della Storia e le basi degli architetti moderni. La distruzione causata dal terremoto fonde in un corto circuito l’interrelazione spazio-tempo, il rapporto spazio-architettura e costruzione-architettura (o ingegneria-architettura). Temi che rinviano alle trasformazioni urbanistiche delle città europee dell’Ottocento, all’entusiasmo per una modernizzazione simbolo e aspirazione di un benessere diffuso, fino alle sperimentazioni tecniche dei nuovi materiali, del cemento armato in particolare. La ricomposizione di cento anni di storia evidenzia come il sisma, ha sì inciso energicamente sulla ridefinizione dell’organismo urbano, ma le modificazioni da esso provocate sono sia in continuità con un più complesso processo di cambiamento, sia il prodotto d’interessi specifici, della struttura socio-economica e della cultura politica e istituzionale nazionali e locali, e, ancora, il risultato di modelli di autorappresentazione in bilico tra continuità e desiderio di rottura con il passato. Il volume è strutturato in tre capitoli. I primi due restituiscono il processo di trasformazione della città, dall’abbattimento delle mura alla definitiva cancellazione del nucleo antico e alla costruzione della nuova Avezzano. In particolare il primo capitolo (Ciranna) espone il susseguirsi di decisioni e interventi che avviarono la metamorfosi della città già a metà Ottocento, secondo modelli di pianificazione urbana ed edilizia che sottintendevano sia i grandi piani urbanistici ottocenteschi, sia i limitati interventi nei piccoli e medi centri italiani. Il sisma interruppe prima e, poi, accelerò bruscamente la volontà di modernizzare, risanare e ampliare la struttura tipo-morfologica della cittadina marsicana, desiderosa di assurgere a centro strategico per l’economia territoriale. Avezzano è quindi indagata come esito di una richiesta di modernità e cambiamento avanzata ben prima del sisma e attuata nel difficile clima della ricostruzione, complicato dalla contestualità del primo conflitto mondiale. Un processo dove un filo conduttore rilega le previsioni di piano, discusse già nei primi anni del Novecento, agli strumenti urbanistici messi a punto tra il 1915 e gli anni Venti. Su tale ricostruzione e in particolare sulla nuova Avezzano si concentra il secondo capitolo (Montuori). Una città dove ville, villini e palazzine vengono a occupare la scacchiera tracciata dall’ingegnere Sebastiano Bultrini nel 1916: una città asismica tagliata da tracciati di matrice ottocentesca in cui si riflette, anche, il modello della città giardino discussa in quegli anni in sede nazionale e internazionale. L’identità di Avezzano moderna si lega alla griglia stradale ortogonale, razionale suddivisione dei lotti, e all’ordinata sequenza di “case”, distinte da elementi d’ispirazione storicista, neoclassica o neomedievale, o liberty, che qualificano i prospetti di edifici tipologicamente e costruttivamente semplici. Il terzo capitolo (Ciranna-Montuori) chiude il volume con 47 schede selezione dei principali complessi edilizi e spazi urbani sorti, in maggioranza, dalla ricostruzione post 1915: una lente d’ingrandimento, ricca di documenti inediti, sul patrimonio architettonico in particolare residenziale. Schede i cui testi in italiano e inglese intendono consentire - anche attraverso la lettura interattiva riprodotta nell’allegato dvd - una più ampia conoscenza di una città di rifondazione: né un “non luogo”, né una “città generica”, solo una città da riscoprire.

L’inesorabile metamorfosi di un centro urbano: Avezzano 1843-1925.

CIRANNA, SIMONETTA
2015-01-01

Abstract

Tempo, spazio e architetture rappresentano le chiavi di lettura di questo studio; parole che, parafrasando il titolo di un’opera chiave della storia dell’architettura moderna (Siegfried Giedion, Space, Time and Architecture: The Growth of a New Tradition, 1941), raggelano l’identità urbana ed edilizia di Avezzano: una città di cento anni o poco più. Una storia “vera” nella cui pianificazione urbana ed edilizia, ripercorsa a partire dagli anni quaranta dell’Ottocento e fino e oltre il sisma del 1915, ritornano sia i modelli sistini sia il tecnologismo ottocentesco, a cui Giedion riconduce la continuità della Storia e le basi degli architetti moderni. La distruzione causata dal terremoto fonde in un corto circuito l’interrelazione spazio-tempo, il rapporto spazio-architettura e costruzione-architettura (o ingegneria-architettura). Temi che rinviano alle trasformazioni urbanistiche delle città europee dell’Ottocento, all’entusiasmo per una modernizzazione simbolo e aspirazione di un benessere diffuso, fino alle sperimentazioni tecniche dei nuovi materiali, del cemento armato in particolare. La ricomposizione di cento anni di storia evidenzia come il sisma, ha sì inciso energicamente sulla ridefinizione dell’organismo urbano, ma le modificazioni da esso provocate sono sia in continuità con un più complesso processo di cambiamento, sia il prodotto d’interessi specifici, della struttura socio-economica e della cultura politica e istituzionale nazionali e locali, e, ancora, il risultato di modelli di autorappresentazione in bilico tra continuità e desiderio di rottura con il passato. Il volume è strutturato in tre capitoli. I primi due restituiscono il processo di trasformazione della città, dall’abbattimento delle mura alla definitiva cancellazione del nucleo antico e alla costruzione della nuova Avezzano. In particolare il primo capitolo (Ciranna) espone il susseguirsi di decisioni e interventi che avviarono la metamorfosi della città già a metà Ottocento, secondo modelli di pianificazione urbana ed edilizia che sottintendevano sia i grandi piani urbanistici ottocenteschi, sia i limitati interventi nei piccoli e medi centri italiani. Il sisma interruppe prima e, poi, accelerò bruscamente la volontà di modernizzare, risanare e ampliare la struttura tipo-morfologica della cittadina marsicana, desiderosa di assurgere a centro strategico per l’economia territoriale. Avezzano è quindi indagata come esito di una richiesta di modernità e cambiamento avanzata ben prima del sisma e attuata nel difficile clima della ricostruzione, complicato dalla contestualità del primo conflitto mondiale. Un processo dove un filo conduttore rilega le previsioni di piano, discusse già nei primi anni del Novecento, agli strumenti urbanistici messi a punto tra il 1915 e gli anni Venti. Su tale ricostruzione e in particolare sulla nuova Avezzano si concentra il secondo capitolo (Montuori). Una città dove ville, villini e palazzine vengono a occupare la scacchiera tracciata dall’ingegnere Sebastiano Bultrini nel 1916: una città asismica tagliata da tracciati di matrice ottocentesca in cui si riflette, anche, il modello della città giardino discussa in quegli anni in sede nazionale e internazionale. L’identità di Avezzano moderna si lega alla griglia stradale ortogonale, razionale suddivisione dei lotti, e all’ordinata sequenza di “case”, distinte da elementi d’ispirazione storicista, neoclassica o neomedievale, o liberty, che qualificano i prospetti di edifici tipologicamente e costruttivamente semplici. Il terzo capitolo (Ciranna-Montuori) chiude il volume con 47 schede selezione dei principali complessi edilizi e spazi urbani sorti, in maggioranza, dalla ricostruzione post 1915: una lente d’ingrandimento, ricca di documenti inediti, sul patrimonio architettonico in particolare residenziale. Schede i cui testi in italiano e inglese intendono consentire - anche attraverso la lettura interattiva riprodotta nell’allegato dvd - una più ampia conoscenza di una città di rifondazione: né un “non luogo”, né una “città generica”, solo una città da riscoprire.
2015
9788875752224
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