Il Messale del vescovo nolano Antonio Scarampi posseduto dal J. Paul Getty Museum fu sottoscritto nel 1567 da un frate domenicano originario dell'Italia meridionale, che è del tutto ignoto agli storici dell'arte. Eppure, Vincenzo da Fondi – questo il nome dell'amanuense e miniatore – copiò un gran numero di corali tuttora conservati a Viterbo (1557-1558) e Gaeta (1548-1577). Due di questi volumi furono decorati da un miniatore di nome "Anibal" seguendo i modelli dei miniatori fiorentini Matteo da Terranova e Giovanni Boccardi risalenti all'epoca della loro attività per l'abbazia di Montecassino. Ad "Anibal" si possono pure attribuire alcuni corali destinati a Malta. Il saggio propone di individuare l'intervento di Matteo da Terranova e forse del suo collega Aloyse da Napoli nelle iniziali ornate di due corali per la chiesa della Santissima Annunziata a Gaeta, dove il miniatore fiorentino è documentato nel 1521. Matteo è inoltre citato in qualità di informatore di due ricette per la doratura su pergamena nella fin qui adespota compilazione "Segreti d'arte diverse" redatta a Gaeta o dintorni, che è tramandata da un unico esemplare manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Molti indizi interni suggeriscono che Vincenzo da Fondi sia stato l'autore della compilazione. Questa scoperta getta nuova luce sull'importante ruolo rivestito da calligrafi e miniatori – specie se appartenenti al clero – nella trasmissione scritta dei "segreti" dell'arte.

I “Segreti d’arti diverse” della Biblioteca Marciana di Venezia, Matteo da Terranova e fra’ Vincenzo Pontano da Fondi: contributi sulla miniatura meridionale del Cinquecento

PASQUALETTI, CRISTIANA
2014-01-01

Abstract

Il Messale del vescovo nolano Antonio Scarampi posseduto dal J. Paul Getty Museum fu sottoscritto nel 1567 da un frate domenicano originario dell'Italia meridionale, che è del tutto ignoto agli storici dell'arte. Eppure, Vincenzo da Fondi – questo il nome dell'amanuense e miniatore – copiò un gran numero di corali tuttora conservati a Viterbo (1557-1558) e Gaeta (1548-1577). Due di questi volumi furono decorati da un miniatore di nome "Anibal" seguendo i modelli dei miniatori fiorentini Matteo da Terranova e Giovanni Boccardi risalenti all'epoca della loro attività per l'abbazia di Montecassino. Ad "Anibal" si possono pure attribuire alcuni corali destinati a Malta. Il saggio propone di individuare l'intervento di Matteo da Terranova e forse del suo collega Aloyse da Napoli nelle iniziali ornate di due corali per la chiesa della Santissima Annunziata a Gaeta, dove il miniatore fiorentino è documentato nel 1521. Matteo è inoltre citato in qualità di informatore di due ricette per la doratura su pergamena nella fin qui adespota compilazione "Segreti d'arte diverse" redatta a Gaeta o dintorni, che è tramandata da un unico esemplare manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Molti indizi interni suggeriscono che Vincenzo da Fondi sia stato l'autore della compilazione. Questa scoperta getta nuova luce sull'importante ruolo rivestito da calligrafi e miniatori – specie se appartenenti al clero – nella trasmissione scritta dei "segreti" dell'arte.
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