Lo strato-vulcano Ag˘rı Dag˘ı, che noi occidentali chiamiamo Ararat, è il più alto monte della Turchia (5165 m) e si trova nella sua porzione orientale, sul confine tra la regione dell’Agri e dell’Agdir, a nord della cittadina di Dogubeyazit, base delle nostre spedizioni. Nonostante la sua biblica fama, questo rilievo è poco conosciuto dal punto di vista geologico, geomorfologico, vulcanologico, glaciologico, botanico e bioambientale. Nel luglio 2014, la spedizione alpinistica e scientifica organizzata da Club Alpino Italiano eseguì un sopralluogo della Halaç Buz Mag˘ara: un ampio ambiente ipogeo formatosi per collasso di sequenze laviche ai piedi della montagna a circa 1500 metri di quota, cavità che presentava al tempo centinaia di depositi e concrezioni di ghiaccio prevalentemente cupoliformi. La grotta di Halaç costituisce un importante sito natural/turistico della zona alle falde del monte Ararat ed è meta quasi obbligata per tutti coloro che visitano la zona; conosciuta e frequentata da sempre dai locali, non presenta particolari danneggiamenti antropici e si apre in un territorio dove le emergenze geoambientali sono relativa mente ben conservate. Le peculiarità di questa cavità sono duplici: la formazione stagionale di caratteristiche concre zioni di ghiaccio cristallino e la presenza invernale di una nutrita comunità di piccioni. Le misure di temperatura e le osservazioni sulla formazione/distribuzione dei depositi di ghiaccio protratte nel corso dell’anno ci hanno permesso di delineare un modello che riconosce differenti fasi: sicuramente la più importante è quella invernale durante la quale l’aria estremamente fredda dell’esterno fluisce all’interno della cavità; in particolare nel mese di febbraio si registrano nella zona picchi di -20 °C che contribuiscono a “caricare di freddo” il sistema sotterraneo. Tra i progetti delle prossime spedizioni c’è anche quello di preparare una guida che spieghi le caratteristiche geologiche della cavità e il suo ciclo annuale nell’ottica di uno sviluppo turistico sempre più consapevole e informato

Halaç Buz Magara

FERRINI, GIANLUCA;
2016-01-01

Abstract

Lo strato-vulcano Ag˘rı Dag˘ı, che noi occidentali chiamiamo Ararat, è il più alto monte della Turchia (5165 m) e si trova nella sua porzione orientale, sul confine tra la regione dell’Agri e dell’Agdir, a nord della cittadina di Dogubeyazit, base delle nostre spedizioni. Nonostante la sua biblica fama, questo rilievo è poco conosciuto dal punto di vista geologico, geomorfologico, vulcanologico, glaciologico, botanico e bioambientale. Nel luglio 2014, la spedizione alpinistica e scientifica organizzata da Club Alpino Italiano eseguì un sopralluogo della Halaç Buz Mag˘ara: un ampio ambiente ipogeo formatosi per collasso di sequenze laviche ai piedi della montagna a circa 1500 metri di quota, cavità che presentava al tempo centinaia di depositi e concrezioni di ghiaccio prevalentemente cupoliformi. La grotta di Halaç costituisce un importante sito natural/turistico della zona alle falde del monte Ararat ed è meta quasi obbligata per tutti coloro che visitano la zona; conosciuta e frequentata da sempre dai locali, non presenta particolari danneggiamenti antropici e si apre in un territorio dove le emergenze geoambientali sono relativa mente ben conservate. Le peculiarità di questa cavità sono duplici: la formazione stagionale di caratteristiche concre zioni di ghiaccio cristallino e la presenza invernale di una nutrita comunità di piccioni. Le misure di temperatura e le osservazioni sulla formazione/distribuzione dei depositi di ghiaccio protratte nel corso dell’anno ci hanno permesso di delineare un modello che riconosce differenti fasi: sicuramente la più importante è quella invernale durante la quale l’aria estremamente fredda dell’esterno fluisce all’interno della cavità; in particolare nel mese di febbraio si registrano nella zona picchi di -20 °C che contribuiscono a “caricare di freddo” il sistema sotterraneo. Tra i progetti delle prossime spedizioni c’è anche quello di preparare una guida che spieghi le caratteristiche geologiche della cavità e il suo ciclo annuale nell’ottica di uno sviluppo turistico sempre più consapevole e informato
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